Dal Che Fare n.69 aprile maggio 2008
Lotta e riscatto sociale
Contro i manifestanti di Pianura e di altre località campane
non sono state schierate solo le forze di polizia. È sceso in campo anche un
grande apparato propagandistico che a volte esplicitamente, altre volte in modo
sotterraneo, ha denigrato e calunniato le mobilitazioni al fine di
demoralizzarle, isolarle, frammentarle e prepararne così la sconfitta.
È stato detto che i blocchi contro la riapertura delle discariche sono stati
pilotati dalla camorra. Che interessi legati alla malavita organizzata possano
aver fatto capolino in simili manifestazione è possibile, anche probabile.
Quello che è certo, però, è che solo ed esclusivamente l’estensione della lotta
e la chiarificazione dei suoi obbiettivi può fare piena pulizia anche di tale
immondizia sociale. È l’esperienza a dirlo.
La penetrazione della camorra nella società e nel territorio è infatti andata di
pari passo allo smantellamento dei grandi poli operai della Campania (si pensi
ad esempio all’Italsider di Bagnoli) a cui si è accompagnato lo sfibramento e lo
sfarinamento di quella capacità di organizzazione e di lotta di cui per decenni
avevano dato prova e dimostrazione la classe operaia e il mondo del lavoro tutto
a Napoli. La camorra può prosperare solo là dove e quando i proletari sono
disgregati, disorganizzati e privi di ogni prospettiva collettiva.
Le mobilitazioni di piazza, le lotte di classe non danno, bensì tolgono ossigeno
alla malavita organizzata. Gli stessi giovani che per campare si affittano a
quella vera e propria azienda capitalistica che è la camorra, hanno una
possibilità di sottrarsi ai tentacoli di questa piovra e “riscattarsi” solo
battendosi per “qualcosa di giusto” fianco a fianco con altri lavoratori e
“sventurati”, solo scoprendo nella lotta rigeneratrice delle nuove prospettive
di vita.
Dal Che Fare n.69 aprile maggio 2008
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA