"La superstizione, le preghiere e l’armatura corporea Kevlar non ci salveranno...
"Da tutta la notte gli aerei ruggiscono sulla nostra testa, eseguendo attacchi contro bersagli fissi, nascondigli possibili per gli insorgenti combattenti per la libertà. (...) È mattina presto e (...) mi riempio di disperazione e paura. Fonte di questi sentimenti non è il compito che abbiamo davanti, ma il fatto che ho appena appreso i risultati delle elezioni presidenziali degli Usa del 2004. (...) Il mondo si polarizza e gli Usa sembrano sempre più soli sulla periferia dell’estrema destra. L’economia continuerà a soffrire e mentre inciampiamo in un’altra recessione, scopriremo che i nostri alleati, comprati, si tireranno fuori quando capiranno che non riusciamo più a firmare assegni ai mercenari. Il ritorno alla leva sembra inevitabile, se continuiamo con l’"Operazione Oppressione Irachena". A fianco a me morirà ogni figlio e figlia delle famiglie povere d’America. L’inquinamento sfrenato soffoca l’ambiente, che nella propria difesa scatena un disastro naturale dopo l’altro. Quando la siccità flagella sempre più le raccolte del mondo, l’intera scorta disponibile di armi automatiche non riuscirà a fermare i padri affamati che cercano di dare da mangiare ai figli. Uno scenario globale come la Somalia sarà un luogo comune. I diritti umani e civili per cui gli americani lottano dalla nascita della loro nazione sono strozzati dalle leggi Patriot e Homeland Security. Siamo nel 2004, ma sembra di aver fatto un passo indietro, per degenerare socialmente in una finzione da racconto horror come 1984 e La fattoria degli animali. Si sta offuscando il lume di coloro che risolvono i problemi di domani. (...) Il presidente è solo un burattino e il popolo deve afferrare i suoi fili. (...) La superstizione e le preghiere non ci salveranno. L’addestramento per il combattimento ravvicinato e l’armatura corporea Kevlar non ci salveranno. (...) La responsabilità di un cittadino americano non finisce quando chiudono le urne." [Eretico, Baquba, novembre 2004]
"Mio nipote è morto laggiù [in Iraq] a febbraio, e l’avvicinarsi della festa [del 4 luglio] quest’anno mi ha appesantito il cuore! Da molti anni [in occasione della festa] organizzo una parata per bambini e un picnic per il quartiere con molte decorazioni, bandiere, giochi e divertimenti. Quest’anno invece non me la sono sentita di issare la bandiera nazionale. Mi rincresce dire che per me quella bandiera è diventata una questione che mi pesa sulla coscienza. Come posso onorare il simbolo di un governo che ha abusato in modo così orrendo dei propri figli assieme a quelli degli altri? Come posso sentirmi orgoglioso di un paese che il resto del mondo sdegna per buoni motivi?" [Annette Pritchard, Oregon, 9 luglio 2004]
"I vostri capi cosiddetti civili non si preoccupano dei vostri incubi, dell’uranio impoverito che respirate, della solitudine, dei dubbi, della sofferenza. O di come il vostro sentimento umano vi venga strappato via un pezzo alla volta. Taglieranno le vostre indennità, negheranno la vostra malattia, nasconderanno al pubblico le vostre ferite e la vostra morte. Lo stanno già facendo. Loro non se ne preoccupano. Allora pensateci voi. E per preservare questo vostro sentimento, dovete riconoscere l’umanità delle persone che vivono nei luoghi da voi occupati e sapere di essere tutti vittime degli schifosi ricchi bastardi che sono al comando. Gli uomini in doppiopetto: sono loro i vostri veri nemici." [S. Goff, veterano del Vietnam]