A proposito di uranio impoverito

Pubblichiamo il testo di uno dei nostri volantini sull'uranio impoverito distribuiti dalle nostre sezioni alle fabbriche e ai mercati


URANIO IMPOVERITO:
Cadono le  menzogne, emerge l'enormità del crimine
commesso dall'Italia e dalla Nato nella ex-Jugoslavia.

Una guerra umanitaria per le popolazioni balcaniche. Una guerra a costo zero per la popolazione italiana. Così il governo D’Alema, due anni fa, ha presentato la guerra italo-americana contro la Jugoslavia... Che non sia a costo zero lo si comincia a vedere con le morti di leucemia dei militari italiani in servizio negli anni scorsi in Bosnia... Esse non sono niente davanti a quello che si vedrà in futuro in termini di tumori e di nascite deformi, tenuto conto del fatto che il numero di proiettili sparati nel Kosovo nel 1999 è stato tre volte superiore a quello "regalato" alla Bosnia nel 1995...

Ora il governo italiano cerca di minimizzare. Ma come si fa a credere alle rassicurazioni di chi fino a venti giorni fa negava addirittura l’evidenza, e cioè che nella guerra contro la Jugoslavia erano stati usati proiettili all’uranio impoverito? E che schifosi imbroglioni sono a sostenere che non ci sono prove che dimostrino la connessione tra l’uso di tali armi e le malattie di gran parte dei soldati italiani! Tali prove sono fin troppo numerose (basti vedere quello che è successo in conseguenza della guerra del Golfo). Ed indicano con certezza che quello che s’è visto finora è niente rispetto al danno che si produrrà. Non solo tra i militari italiani (e occidentali), ma anche e soprattutto là, tra le popolazioni balcaniche.

Sono bastati pochi mesi di permanenza in Bosnia per far ammalare decine di militari italiani. Cosa sta succedendo alle persone che vivono in Bosnia o in Serbia o nel Kosovo? Di loro quasi non si parla. Come se la vita non avesse dappertutto lo stesso valore. E ci si guarda bene inoltre dal dire che insieme al pulviscolo di uranio sono entrati nella catena alimentare dei Balcani altri metalli tossici e veleni fuoriusciti dagli impianti industriali bombardati di proposito con precisione millimetrica dai criminali occidentali. Cosa ciò comporti, in combinazione con il cappio asfissiante dell’embargo, lo mostra un paese come l’Iraq, dove dal 1991 ad oggi è morto un milione e mezzo di persone, e si pronostica la scomparsa della popolazione nel 2040!!

Cosa sta ad indicare lo sviluppo contemporaneo, qui in Italia e là nei Balcani,
dei danni prodotti dall’uranio impoverito?

Sta ad indicare la natura criminale della guerra condotta dalla Nato. Ed il fatto che essa era rivolta contro le popolazioni e i lavoratori jugoslavi e contro i lavoratori dell’Italia (e d’Occidente). Guerra umanitaria, si diceva... Che sfrontatezza! Come può aver fatto una guerra umanitaria un governo, quello D’Alema, che ha giocato con tale cinismo con la vita dei suoi militari? Salvare gli albanesi, si diceva... Si può credere a tale menzogna quando agli stessi albanesi è stato contaminato l’ambiente di uranio per miliardi di anni?

E se non bastasse tutto ciò, dovrebbero far riflettere le verità che (a mezza bocca) cominciano a venir fuori anche dalle "fonti ufficiali". Il ministro della difesa Mattarella ha affermato che i bombardamenti del 1999 e il successivo invio delle truppe hanno avuto la loro ragion d’essere nella difesa dei "nostri interessi". Che non si difendono -ammette il ministro- solo stando in Italia, ma mettendo piede -armati!- nei Balcani e nel resto del mondo. Proprio così. Il fatto è che gli interessi di cui parla Mattarella non sono affatto gli interessi dei lavoratori. Sono gli interessi dei nemici dei lavoratori: dei padroni, delle banche, delle istituzioni statali parassitarie che tengono loro bordone. Le macchine della morte della Nato sono state mandate nei cieli jugoslavi per imporre nei Balcani il dominio totale di questi interessi. E per installare nella regione una gigantesca base militare per preparare le retrovie delle guerre future, e cioè delle aggressioni contro i popoli e i lavoratori dell’Oriente. Per fare ciò bisognava stritolare l’ostacolo fondamentale posto di traverso su questa strada delittuosa: la resistenza dei proletari della Jugoslavia. Per essi il trattamento doveva essere esemplare. Il genocidio. Realizzato non all’istante. Ma con una morte lenta. Così da non essere incolpati. Così da attribuire ad altre cause la scomparsa di un intero popolo. Come sta succedendo in Iraq. In modo da farlo avvenire in silenzio. E in modo che gli altri popoli del mondo comprendano l’avvertimento.

L’uso dei proiettili all’uranio impoverito risponde perfettamente a questo obiettivo terroristico. Ecco cosa si celava dietro la vomitevole demagogia umanitaria della Nato. Ecco la montagna di sangue su cui si fonda la democratica civiltà occidentale! E ora ci sorprendiamo che qualche ricaduta radioattiva arrivi fin qui da noi? Ma come, si va a distruggere, a occupare, a vivisezionare un’intera regione e ci si illude che nemmeno uno schizzo di sangue possa arrivare a sporcare il nostro bel vestito? Si semina la morte nei Balcani e ci si illude che qui da noi la vita possa continuare a scorrere tranquillamente? Certo, c’è chi, tra lor signori, comincia a dire che è inevitabile pagare un prezzo per... Già, per fare cosa? Per compiere una missione davvero umanitaria, come ipocritamente si diceva? O per terrorizzare, come invece si è fatto? Per difendere gli interessi dei lavoratori dei Balcani e, con essi, quelli di tutto il mondo? Oppure per schiacciarli, e per schiacciare con essi anche la vita e il lavoro di noi proletari e oppressi delle metropoli?

Come si esce da questa situazione

C’è chi tesse le lodi del ruolo che potrebbe avere l’Europa. La diversa Europa dei Prodi, degli Amato, degli Schroeder, dei Jospin... Diversa perché non si sarebbe sporcata le mani direttamente. In realtà diversa, rispetto agli Stati Uniti, solo nella sua sconfinata ipocrisia. Ma come, i governi europei non erano tutti allineati e coperti quando due anni fa gli aerei Nato partirono all’assalto contro la Jugoslavia? Non si sono buttati come avvoltoi sul Kosovo per occupare la propria zona d’influenza? Attenzione: il problema degli Amato, dei Mattarella e dei Prodi non è quello di rimediare alle loro colpe criminali. La loro preoccupazione è quella di protestare contro il capo-banda Usa perché la fettina di torta riservata al complice di grado inferiore è troppo piccola. E’ quella di lucrare qualcosa di più per sé, sempre sulla pelle degli sfruttati jugoslavi, attraverso i mezzi "pacifici" della manomissione economica sotto la verde bandiera della ripulitura ambientale. Ancora una volta: demagogia umanitaria come abbellimento di una politica di vampiraggio.

Ma allora come ci si difende, qui e là,
dai danni prodotti dalle armi all’uranio impoverito?

E’ necessario che venga ritirato il contingente italiano e della Nato dai Balcani? Senza alcun dubbio ed immediatamente!

E’ necessario mettere al bando le armi all’uranio impoverito? Certo! Ma per mettere al bando, insieme con esse, tutto il marciume che le ha generate, le ha usate e le usa. E cioè il sistema capitalistico, la macchina del profitto, il dominio totalitario degli stati occidentali sul resto dell’umanità. Altrimenti la richiesta servirà solo per far attecchire tra i lavoratori un’altra mostruosità: l’illusione che ci possa essere o che sia augurabile una guerra di dominio imperialista fatta con mezzi puliti, educati. Da questo punto di vista, tanto di cappello ai gangster degli Stati Uniti che almeno chiamano le cose col loro nome. E tanto di cappello al risorgente movimento pacifista degli Usa, che nel cuore dell’impero del Male osa dire, nella sua punta più avanzata, le cose che andrebbero gridate anche qui: "Il vero nemico è in casa nostra, è il nostro governo, sono i nostri capitalisti, è il nostro sistema militare, e i popoli dei Balcani sono gli alleati della nostra battaglia contro il capitale mondializzato ed uranizzato". Con questo risorgente movimento pacifista va tessuto un collegamento di lotta e di organizzazione. Che è proprio quello che teme la Nato e che solo può sconfiggere, in unità con le masse lavoratrici del resto del mondo, il suo micidiale apparato militare.

Ritiro del contingente, dunque, e messa sotto accusa di queste nuove armi terroristiche e del sistema di potere che le impugna. Ma il problema vero che va affrontato è quello di una mobilitazione di massa di lavoratori e di giovani che spezzi il clima oggi esistente di assuefazione alla demagogia umanitaria e all’aggressione ai popoli dei Balcani e delle periferie del mondo. Il vero problema è quello di sviluppare contro di ciò un’azione di solidarietà con i popoli e i lavoratori aggrediti. Questo e solo questo è il modo per minimizzare i danni prodotti dalle guerre all’uranio impoverito già effettuate e, soprattutto, per sbarrare la strada a quelli dietro l’angolo a causa delle guerre future in preparazione. Purtroppo questa protesta, questa mobilitazione stentano a svilupparsi. E ad essa devono in modo organizzato dedicare le loro energie le (poche) "persone di buona volontà" che già oggi sentono ribollire il sangue davanti al crimine compiuto e non possono evitare di rimboccarsi le maniche contro di esso ed i suoi responsabili.

VIA LE TRUPPE ITALIANE E DELLA NATO DAI BALCANI! BASTA CON L’EMBARGO! LOTTA CONTRO I TENTATIVI OCCIDENTALI DI FRANTUMARE ULTERIORMENTE LA SERBIA COSI’ DA SOTTOMETTERE COMPLETAMENTE LA RESISTENZA NON DOMA DEI LAVORATORI JUGOSLAVI!

SOSTEGNO INCONDIZIONATO DEI LAVORATORI JUGOSLAVI COME DI QUELLI DELL’EST E DEL SUD DEL MONDO, E DEI LORO IMMIGRATI QUI IN OCCIDENTE! PER UN FRONTE DI LOTTA INTERNAZIONALE CONTRO LA MACCHINA CRIMINALE DELLA NATO, GLI STATI OCCIDENTALI E I POTERI ECONOMICI CON CUI SONO INTRECCIATI!

A MORTE L’IMPERIALISMO!

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA