La parola ai lavoratori immigrati

 

Pubblichiamo stralci di una tavola rotonda con alcuni lavoratori immigrati da noi organizzata a Roma durante la mobilitazione degli ultimi mesi. Per ragioni di spazio ci limitiamo a riportare i passaggi più significativi di denuncia della loro condizione, in special modo delle vessazioni subite quotidianamente ad opera di burocrazia e polizia.

 


Lavoratore albanese: Molti immigrati vivono qui da molti anni e hanno visto che l’Italia non era quella promessa che loro aspettavano, si sono illusi molto e hanno visto che invece non hanno nemmeno un diritto elementare.

Lavoratore bengalese: Al di sopra di tutti i discorsi che si possono fare è che sia noi che il governo si rispetti la legge. Ora, se il governo, quando andiamo a parlare, ci dice verbalmente: sì facciamo, ma non vi possiamo dare nulla di scritto e il giorno dopo non lo fa, tu non hai nessuna prova in mano. Allora è come se loro non avessero detto niente e non hanno nessun impegno da rispettare... Noi chiediamo: perché questo? Loro ci dicono: qui ci vuole la volontà politica. Ora, se c’è questa volontà politica, così come è stato detto, da molto tempo doveva essere tutto finito… o con il coraggio di dire: abbiamo sbagliato o non siamo in grado di controllare i servizi pubblici o la polizia; e quando il potere politico non è in grado di controllare la polizia allora è una cosa grave. Noi abbiamo sentito tanti che nei commissariati ci dicevano: "Brutti può dire quello che cazzo gli pare, qui è la polizia"… E per la polizia la legge è diversa, l’interpretazione è diversa. Tu, poi, non puoi nemmeno dire nulla, ti denunciano. Sappiamo di casi di immigrati che sono andati a chiedere informazioni con rappresentanti della propria comunità e che sono stati portati in centrale per verifica. Sappiamo di gente fermata per dieci, dodici ore senza mangiare, senza bere, senza sapere nulla od altra tenuta dentro per due giorni…

Lavoratore pakistano: Io non capisco. Si dice che la legge è uguale in tutta la repubblica italiana. "La legge è uguale per tutti" è scritto da ogni parte. In dieci anni ho girato tutta l’Italia ma non ho mai visto la legge uguale per gli stranieri qui... Io ho visto che ogni sportello qui ha la sua legge. Se vai a S. Lorenzo c’è una legge, se vai ad Albano c’è un’altra legge, se vai a Montesacro un’altra ancora. Ogni commissariato ha la sua legge. Ogni dirigente, ogni ispettore come vuole trattare tratta… Vi faccio un esempio. Io sono andato con una persona ad un commissariato per ben tre volte e questi non hanno accettato prove vere! Dopo ho lasciato questa persona perché non sapevo cosa fare per aiutarlo. Due giorni dopo lui ha trovato un mediatore, ha preso una prova falsa, ha pagato 500mila lire, è andato dentro, e la sua domanda è stata accettata. Le prove vere sono rimaste in tasca, quelle false sono state accettate… Questo succede tutti i giorni. Così sempre giocano. Chi ha il cervello e vuole trattare bene fa subito; se lui non vuole perché non gli piacciono gli stranieri ti manda via. Ti dice che il permesso non c’è. Ti dice "vai, torna dopo un mese" o non ti dà nessuna risposta…

Lavoratore albanese: Il problema, la realtà è che il numero degli immigrati deve essere limitato. Adesso, condizionare questo numero calcolando quanti sfruttarne meglio è certamente una cosa gravissima contro cui noi ci dovremmo opporre. Però dire a noi che si devono aprire le porte e che la gente si muova liberamente è una bellissima parola, però se lo permettono o meno le condizioni, questo nessuno di noi lo sa. Perché uno che viene deve pure lavorare… ha il diritto di entrare ... ma deve lavorare. Il problema è di chi sta qui da anni e non ha beneficiato della sanatoria. Certo chi viene ora deve combattere con noi, come quelli che hanno già il permesso di soggiorno devono lottare perché comunque avranno in futuro altri problemi…

Se domani danno il diritto di voto agli immigrati, i sindacati vengono subìto nei movimenti. Dunque siamo deboli senza il diritto di voto…Gli italiani sono più forti perchè hanno il diritto di voto con cui fanno pressione sui partiti e sui sindacati. In Inghilterra gli immigrati hanno più forza, stanno in tutti i posti di lavoro, polizia, amministrazione etc., perchè hanno il diritto di voto. In piazza non è venuto nessuno, noi abbiamo bussato a tutte le porte... Ma se ci danno il diritto di voto allora vengono... E’ strano che a lottare non viene nessuno della CGIL, però alle riunioni alle questure dove c’è da comandare ci stanno tutti… invece non c’è nessuno quando ci sta da chiedere diritti...

Lavoratore bengalese: Voglio dire una cosa sulle promesse del governo. Di quello che avevano promesso loro hanno fatto solo il 10%. Solo parole e basta, hanno fatto. Ancora volano le loro parole. Loro dicevano di voler dare a tutti i 53mila il permesso, solo ai criminali non si può. Noi su questo eravamo d’accordo, anche a noi non piacciono i criminali che entrano in nostra comunità e fanno le cose brutte.

Lavoratore pakistano: La comunità ha bisogno della sicurezza. Criminale non è lo straniero, dappertutto esistono persone civili e delinquenti. Negli altri paesi europei gli stranieri non rubano perchè c’è più assistenza sociale (casa, cibo, etc.). Qui c’è più criminalità perchè c’è meno giustizia sociale e poi i giornali fanno vedere solo quella degli stranieri.

Lavoratrice sudamericana: …la propaganda della stampa, che dice che gli albanesi fanno il commercio degli immigrati, i nigeriani quello delle prostitute; ma non dice che dietro tutto questo c’è la mafia italiana, sono loro che guadagnano tanto. Noi rifiutiamo tutto questo, non siamo noi i responsabili di tutto ciò. Siamo gente che lavora come voi. La criminalità viene usata per dividere... hanno messo paura alla gente per metterla contro di noi.

Lavoratore dell’Europa dell’Est: Bisogna distinguere tra grande criminalità e piccola criminalità. La grande criminalità viene in Italia perchè qui trovano spazio e comunque vengono usati dalla mafia. Invece la piccola criminalità è vero che è dovuta alla mancanza di sostegno sociale ed in più, attraverso la propaganda che si fa, si attaccano gli immigrati rendendoli ancor più deboli e indifesi. Della criminalità degli albanesi si parla quando l’Italia deve invadere ancor di più l’Albania. Serve per la politica italiana, serve anche per tenere sotto pressione gli immigrati e renderli ancor più ricattabili: non ti do l’affitto oppure te lo aumentano perchè potresti essere un criminale.

Lavoratore sudamericano: …una cosa bella che è successa, ed esattamente quello che è avvenuto a Brescia dove si sono mossi immigrati che sono lavoratori di aziende industriali. Mi sembra che sia la prima espressione di lavoratori immigrati veri in lotta, perché Brescia non è un’altra città… è un centro di produzione dove ci sono tanti immigrati, loro sono stati l’avanguardia di questa lotta che ha trascinato quelli di Roma e di tutte le altre città.