[che fare 52]  [fine pagina]

LIBERTÀ PER MUMIA ABU JAMAL!

Un nostro lettore di Napoli ci ha tirato le orecchie per il nostro silenzio, finora, su Mumia Abu Jamal. Raccogliamo volentieri la sollecitazione a colmare questo nostro ritardo, tanto più in un momento in cui molti dei sostenitori della battaglia per Mumia sembrano a un passo dall’invocare che si scarichino più bombe sui popoli jugoslavi, colpevoli di non volersi disfare di Milosevic.

Mumia Abu Jamal è stato militante del Black Panthers Party, oggi è rinchiuso nelle carceri americane in attesa che venga decisa la data dell’esecuzione della pena di morte che gli è stata comminata con l’accusa di omicidio di un poliziotto. Anche dopo lo sgretolamento del BPP non ha mai smesso l’impegno militante a favore della lotta degli afro-americani e di tutti i popoli oppressi dall’imperialismo americano, prendendo posizione anche contro l’aggressione all’Iraq e alla Jugoslavia. La persecuzione contro di lui e la sua condanna a morte hanno un preciso significato politico: lo stato americano stermina senza pietà i suoi oppositori interni, soprattutto coloro che denunciano senza infingimenti il suo ruolo imperialista e assassino e che cercano di dirigere la sacrosanta reazione degli oppressi "interni" non verso un’illusoria riforma delle sue strutture, ma verso il loro radicale smantellamento.

L’assassinio di Malcolm X, quello di Luther King (appena iniziò anche lui a invitare i neri a lottare contro l’aggressione al Vietnam), le decine di esecuzioni senza neanche processo di militanti del BPP nei primi anni ’70, associate a un’opera dell’Fbi di suscitare una crisi dall’interno del partito, stanno lì a testimoniare come lo stato americano risolva il problema dell’insorgenza delle masse afro-americane, di quali metodi adotti per costringerle a rimanere al loro posto, nel ruolo di comunità più oppressa e sfruttata del paese.

Sulla secolare schiavitù dei neri la borghesia Usa ha costruito la sua propria potenza imperialista e contribuito a dare slancio a tutto il capitalismo a scala mondiale. Oggi li conserva in uno stato di semi-schiavitù per alimentare la divisione e la contrapposizione razziale ed etnica tra le classi sfruttate al suo "interno", per perpetuare, così, il suo sistema di sfruttamento e di dominio e il suo ruolo di super-potenza mondiale. Nulla mai sarà tralasciato per sottoporre al terrore armato dello stato ogni tentativo di riscatto degli afro-americani. Nulla mai sarà tralasciato per ostacolare la strada a ogni loro ripresa di organizzazione e di lotta. Nulla mai sarà tralasciato per impedire che la piramide sociale su cui si regge lo stato più strozzino, e principale baluardo del sistema capitalista mondiale, crolli sotto gli urti di chi è collocato alla sua base più infima.

Nulla mai, però, gli afro-americani potranno lasciare di intentato per riprendere la strada della loro liberazione, ricollegandosi alle vette politiche e organizzative che hanno raggiunto nelle fasi precedenti di lotta, mettendosi alla testa di tutti gli sfruttati "interni" e lanciando un ponte agli sfruttati e agli oppressi di tutto il mondo. Nulla di meno è indispensabile per la loro liberazione che abbattere la gabbia del "doppio sfruttamento" al quale sono sottoposti e abbattere lo stato che la difende.

Mumia Abu Jamal rappresenta per lo stato americano un simbolo della permanenza della volontà di riscatto degli afro-americani, e un simbolo della necessaria continuità con i movimenti di lotta afro-americani degli anni ’60 e ’70, che, al di là dei limiti delle singole espressioni, ebbero il merito di collocare la liberazione dei neri americani su di una base anti-capitalista e anti-imperialista, e, per ciò stesso, internazionalista.

La solidarietà dei comunisti per strappare Mumia Abu Jamal dalle grinfie dello stato assassino è totale e incondizionata. Siamo al fianco di Mumia per la sua vita e la sua libertà. La vita e la libertà dal carcere di un nostro fratello di classe afro-americano (e già questo è sufficiente per dargli la nostra solidarietà incondizionata). La vita e la libertà dal carcere di un militante coerente della battaglia per la liberazione della comunità afro-americana, e della lotta contro l’imperialismo.

Siamo al fianco di chiunque lotti per la sua vita e la sua scarcerazione. A questi chiediamo, però, di assumere fino in fondo la lezione che dalla vita e dalla lotta di Jamal deriva, sia negli Usa che in Europa e in Italia. Gli stati europei hanno attinto dall’esperienza del loro parente d’oltreoceano tanto le politiche raffinate quanto le politiche violente per opprimere i lavoratori di colore. Che siano i sinceri militanti di classe ad attingere dalla storia della lotta degli afro-americani e dall’esempio dei loro militanti più coerenti la lezione per lavorare a creare un profondo legame di lotta tra proletariato bianco e colorato, a combattere ogni pregiudizio razziale che nel proletariato bianco si fa strada nei confronti dei suoi fratelli di colore, per rispondere uniti alla guerra che l’imperialismo conduce contro ogni sezione del proletariato, qualunque sia la razza o la nazione.

[che fare 52]  [inizio pagina]