ALTRO CHE CONDONO DEI DEBITI!

 

"Vivo a Korogocho, una enorme baraccopoli (100.000 abitanti circa) di Nairobi, la splendida capitale del Kenya."... "Da questa Korogocho dove tocco con mano la sofferenza nella carne del Cristo vivente, una sofferenza immane, chiedo a tutti voi di darvi da fare per cambiare il Sistema. C’è bisogno di giustizia, non di carità."

Sono le parole vibranti con cui il missionario Zanotelli inizia e conclude la denuncia dei sordidi interessi che si nascondono dietro la decisione di Clinton, Blair e D’Alema di cancellare i debiti dei paesi più poveri.

Altro che generosità del superiore uomo-bianco verso le sotto-razze di colore! Essa è un tassello della politica di vampiraggio condotta dal capitalismo imperialista contro le masse lavoratrici dell’Est e del Sud del mondo. Serve per oliarla, per gettare fumo negli occhi degli sfruttati di colore e confondere l’odio sterminato che monta in loro verso l’Occidente.

Davanti a questa realtà padre Zanotelli afferma: non serve la carità, c’è bisogno di giustizia. E cos’è la giustizia, come può affermarsi la giustizia se non con la lotta internazionale degli oppressi di tutte le razze contro il meccanismo stesso da cui deriva l’indebitamento e la rapina dei paesi dominati? e cioè contro il meccanismo del capitalismo imperialista? Alla radice occorre andare. Le buffonate di un D’Alema vanno denunciate. E, con esse, va denunciato l’insidioso effetto di contrapposizione verso le masse disederate del Sud del mondo che la campagna dei baby-bombers sta generando tra i lavoratori italiani. Nelle scorse settimane, infatti, abbiamo sentito non pochi operai domandarsi: "Ma se il governo D’Alema cancella i debiti dei paesi poveri, li farà forse pagare a noi?". O ci si indirizza contro la radice del problema, quella struttura dell’oppressione economica di cui parla Zanotelli, e si fa vedere ai lavoratori italiani che lo sfruttamento delle periferie e quello che essi subiscono sono due facce della stessa medaglia, oppure si srotola il tappeto alla politica social-imperialista, con la velenosa promessa che essa rivolge al proletariato di qui.

Ecco a cosa ci chiama l’appello che arriva da Korogocho. Ecco la strada su cui i tanti semplici cristiani che sentono la stessa rabbia di Zanotelli, possono tradurre in azione coerente la loro indignazione contro "l’impero del denaro" e contro i luridi spettacoli inscenati dai buffoni e dai vampiri che ne sono al servizio.

Ci troveranno al loro fianco.

Alex Zanotelli sul manifesto del 29 febbraio 2000

Vivo a Korogocho, una enorme baraccopoli (100.000 abitanti circa) di Nairobi, la splendida capitale del Kenya. Vivendo con i poveri tocco con mano (non c’è bisogno di statistiche) i disastri del neoliberismo e degli aggiustamenti strutturali imposti dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario. (...) La situazione dei poveri diventa sempre più pesante e drammatica. Questo in barba alle "buone notizie" che ci vengono dai centri di potere sia da Washington come da Londra, sia da Parigi come da Roma.

Mi è giunta notizia che il 29 settembre il presidente Clinton, parlando a Washington all’assemblea della Banca Mondiale e del Fondo Monetario, ha promesso di andare oltre le dichiarazioni dei G8 a Colonia. "Oggi ordino alla mia amministrazione -ha dichiarato testualmente Clinton- di condonare al 100 per cento il debito che queste nazioni hanno con gli USA, qualora questo denaro venga usato per finanziare bisogni umani fondamentali".

Gli ha fatto seguito, poco dopo, il ministro delle finanze del governo britannico, Gordon Brown, che ha dichiarato che l’Inghilterra si accorderà all’America: condono al 100 per cento. "Buona novella" anche dall’Italia dove il 19 dicembre il governo D’Alema ha varato un disegno di legge per la cancellazione di 3000 miliardi di lire che corrispondono a tutti i crediti (inesigibili) dei Paesi che abbiano un reddito inferiore ai 300 dollari l’anno. Tutte decisioni che cavalcano l’onda di Colonia dove i G8 avevano deciso lo scorso giugno il condono di 25 miliardi di dollari ai paesi poveri più indebitati. "Buona novella" o specchietto per le allodole?

Per capire quanto siano ipocrite le dichiarazioni di Clinton basta pensare che poco dopo, cioè il 3 novembre, il senato americano varava la legislazione conosciuta popolarmente come "Nafta for Africa" perché simile all’area di libero scambio nordamericano (Nafta). La camera l’aveva già approvata il 16 luglio.

Il "Nafta for Africa" è il Mai (Accordo Multilaterale sugli investimenti) in pillole, purtroppo ancora più amare per questo travagliato continente.

Questa legislazione prevede che il presidente degli Usa potrà stipulare un accordo economico-commerciale con ogni capo di stato in Africa che permette l’apertura totale del paese alle multinazionali che potranno comperare, sfruttare. Fare quello che desiderano. Mentre ai governi dell’Africa è richiesto di privatizzare sanità, educazione, trasporti. Per me questa legislazione è un genocidio pianificato. Altro che condono dei debiti.

(...) Il reverendo Mofele Tsele, coordinatore del Jubilee 2000 del suo paese, fa un’analisi impietosa del summit di Colonia. L’iniziativa di Colonia non è un passo in avanti e nemmeno un incontro a metà strada. Il condono di 25 miliardi di dollari rappresenta solo il 2,5 % del debito totale e il 12 % del debito dei paesi più indebitati. Il debito globale (esclusi i paesi dell’Est) si aggira oggi sui 2.030 miliardi di dollari. "L’iniziativa di Colonia promette speranze senza disturbare le coscienze dei più ricchi (...) è una speranza bugiarda. (...) Il fatto grave di Colonia è che legando il condono dei debiti agli aggiustamenti strutturali, i G8 hanno finalizzato il loro controllo totale sui popoli impoveriti." C’è perfino chi sospetta che questa mossa sia una magistrale manovra per ottenere i soldi non dai paesi più impoveriti (non li possono più pagare) ma dalla stessa Banca Mondiale. "Questo tipo di condono dei debiti -afferma sempre Mofele- lascia intatta tutta la struttura dell’oppressione economica. Anzi è uno strumento efficace per rafforzare il ladrocinio di quel poco che rimane del sud del mondo". E aggiunge: "Questo è ancora più vero in quanto tutta l’operazione di condono dei debiti non ha mai affrontato il nodo di fondo degli aggiustamenti strutturali. Anzi ai paesi più impoveriti è stata posta come condizione di introdurre gli aggiustamenti strutturali per avere i debiti condonati". Poi con estrema lucidità il pastore sudafricano smaschera l’ipocrisia dei ricchi: "Non è questione di condono o di carità, ma di giustizia. L’indebitamento del sud non può essere separato dall’attuale sistema economico globale che ha visto il trasferimento di risorse naturali nazionali dal sud al nord su scala senza precedenti nella storia umana. Il sud afferma che il debito è già stato ampiamente pagato. Non dobbiamo più nulla. Infatti è il nord che deve restituire al sud." E Mofele mette tutti in guardia: dobbiamo vagliare attentamente le varie campagne per il condono dei debiti. "Alcune sono buone, altre no. Vi sono campagne dei ricchi che servono solo l’interesse dei ricchi. Chiediamo a tutti i movimenti che si ispirano al Giubileo di distanziarsi da quelle campagne per il condono dei debiti in cui le decisioni sono prese dai governi creditori o dagli stati per i loro interessi".

(...) Il nostro è un Giubileo funzionale al sistema economico imperante, all’impero del denaro (...) Da questa Korogocho dove tocco con mano la sofferenza nella carne del Cristo vivente, una sofferenza immane, chiedo a tutti voi di darvi da fare per cambiare il Sistema. C’è bisogno di giustizia, non di carità. (...)