A che gioco giocate?
"È dalla fine di marzo che ci troviamo ad andare ogni fine settimana in gita ad
Aviano. Abbiamo così vissuto diverse manifestazioni
Alla manifestazione di domenica 11 aprile (
), come sè saputo che venivano i
centri sociali, sè iniziato subito a dire: bene, ci saranno casini. E questa è una
cosa sulla quale vorremmo si riflettesse: come mai, ogni volta che cè una
manifestazione coi centri sociali "si sa" che verrà fuori casino, lo sanno i
centri sociali, lo sa la "gente comune", lo sa persino la polizia. Tutti sanno
(
) e accettano la faccenda tranquillamente, come una tradizione, tipo il garofano al
1° maggio o la mimosa l8 marzo. (
)
Abbiamo vissuto gli scontri (in più circostanze) e, da spettatori imparziali, (
),
abbiamo notato alcune cose.
Cerchiamo di focalizzare i punti salienti dello svolgimento dei vari scontri e vediamo che
cè una certa qual similitudine nelle varie occasioni. (...) allinizio vi sono
dei contatti con le autorità per poter fare unazione specifica, non violenta, di un
certo qual valore simbolico (
), ad esempio ad Aviano attaccare uno striscione alla
recinzione della base (era chiaro che potevano avvicinarsi alla rete solo alcune donne che
reggevano lo striscione). Anche in questo caso, invece, cera qualcuno che dai
megafoni diceva che "la manifestazione è pacifica e abbiamo tutti il diritto
di (
) avvicinarci alla rete".
Ossia, cera qualcuno che dava indicazioni devianti, non conformi agli accordi presi
con la polizia ai manifestanti; inducendoli ad agire fuori dalle regole concordate con la
polizia. Che a quel punto dava la stura al lancio di lacrimogeni, al quale lancio
rispondevano immediatamente i dimostranti, già pronti allo scontro e via di seguito. E,.
altra circostanza "strana": dopo dieci-venti minuti di scontri la situazione si
calmava di colpo; ai dimostranti veniva concesso di fare ciò che era stato concordato, e
tutti amici come prima (con buona pace di chi sera preso una manganellata o un
lacrimogeno addosso).
Ed ancora una circostanza "strana": come mai ad Aviano i lacrimogeni sono stati
tirati non tanto verso le fila dei manifestanti che tiravano sassi contro la polizia,
quanto verso il grosso della manifestazione, ben lontana dalla "zona calda",
dove le persone erano ferme, non avevano la minima intenzione di partecipare agli scontri
e sono state prese alla sprovvista senza sapere come e dove scappare (e difatti chi è
stato ferito dai lacrimogeni si trovava in questa parte della manifestazione)?
Già in un numero precedente di questo giornale avevamo espresso le nostre opinioni
rispetto a certo modo di "gestire" scontri di piazza; in seguito a
quellarticolo abbiamo ricevuto insulti ed intimidazioni da parte di un esponente
triestino dei centri sociali che ci ha addirittura detto che non dobbiamo più parlare di
loro.
(
) diciamo a questi paladini della libertà despressione che si lamentano
delle censure altrui e poi usano questi metodi squadristici che, come non ci facciamo
intimidire dai fascisti o dalla repressione, così non ci facciamo intimidire da
loro
".
[da La nuova alabarda, n. 113, aprile 1999]
Squadrismo oggi (1ª parte)
Zagabria, Repubblica di Croazia, 3 giugno 1999.
Stipe Suvar, Presidente dei Partito Socialista Operaio della Croazia (SRP) e direttore dei
mensile "Sinistra Croata" sta per rimontare in macchina con un amico, a pochi
passi dalla sede dei partito. Improvvisamente si avvicina un giovane sui 25 anni vestito
di nero e piuttosto elegante, ed incomincia a coprirlo di insulti e minacce. Poi tira
fuori una pistola, gliela punta contro e preme il grilletto varie volte, ma non partono
colpi; dopo un attimo prende la pistola per la canna e colpisce violentemente Suvar alla
testa e sullorecchio, poi si dilegua. (...) Si tratta della quinta aggressione
subita da Suvar da quando la Croazia è diventata "indipendente"...
Squadrismo oggi (2ª parte)
Aviano (PN), Repubblica Italiana, 6 giugno 1999.
Camminando al fianco del corteo, poco prima di entrare sulla piazza dove si sarebbe
conclusa la manifestazione contro la guerra della NATO alla Repubblica Federale di
Jugoslavia, tre persone (una ragazza jugoslava, un redattore di Radio Città Aperta di
Roma ed un compagno dei Comitato di Solidarietà con il Popolo Jugoslavo) sono state
oggetto di invettive da parte di individui usciti dalle prime file dello spezzone
"Carta di Milano" "Centri Sociali del NordEst" "YaBasta" del
Veneto. Costoro hanno strappato dallasta la bandiera della Jugoslavia Federativa e
Socialista, portata da uno dei compagni, indicata paradossalmente come "simbolo di
pulizia etnica", sottraendola e senza poi più restituirla.
Sulla piazza, verso il termine del comizio-monologo di Wilma, redattrice di Radio Sherwood di Padova, il terzo dei compagni suddetti accompagnato da altri compagni italiani e jugoslavi che portavano altre simili bandiere, si è avvicinato agli organizzatori (corrispondenti allo spezzone di corteo di cui sopra) e al microfono, per chiedere che fosse restituita la bandiera, che il fatto fosse denunciato con gli altoparlanti o almeno che per il comizio finale si desse voce anche alle altre componenti della manifestazione, compresi gli aggrediti dalla NATO. Dinanzi al rifiuto di Wilma e degli organizzatori, i compagni denunciavano la prepotenza ed i metodi inaccettabili usati. A questo punto intervenivano tre o quattro giovani, evidentemente del servizio dordine di Radio Sherwood e comunque vicini agli organizzatori, per spintonare e allontanare i contestatari. In particolare il compagno di cui sopra veniva preso alle spalle e bruscamente sottratto dal capannello formatosi, immobilizzato da un paio di questi individui uno dei quali gridava ad altri "Venite, ne ho preso uno, facciamogliela vedere!...", e prima di riuscire a divincolarsi si beccava due cazzotti sulla testa, dei quali uno ha lasciato un ematoma sulla fronte, e vari calci. (...) Altre persone e compagni sono state coinvolte nel parapiglia, guadagnandoci spintoni e percosse.
Squadrismo oggi (epilogo)
Così come la NATO con la devastazione dei Balcani cerca di trasformare in vittoria militare la sua evidente sconfitta politca, il comportamento dei picchiatori di Radio Sherwood, contestato anche da tanti compagni di YaBasta provenienti da altre parti dItalia, tendeva a essere un ammonimento e un rifiuto istintivo contro posizioni e argomenti incontestabili. Con la sua campagna anti-jugoslava e anti-serba al limite del razzismo, Radio Sherwood ha di fatto servito per anni lopera di demonizzazione che era necessaria per poter distruggere la RFS di Jugoslavia prima e la Federazione Jugoslava attuale. La questione va dunque ben al di là della problematica, pure attualissima, delle elezioni europee, cui quellarea "politically correct" si è candidata attraverso la lista "non solo rossi, non solo verdi" avente come capolista Luca Casarini consigliere per le politiche giovanili del Ministro Livia Turco... unarea che dopo le incredibili operazioni "traversali" con il "Movimento Nord-Est" di Cacciari e Rocchetta (ex Ordine Nuovo) si lancia adesso verso nuovi carrierismi.
Coordinamento Romano per la Jugoslavia