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LA MARCIA SUL PENTAGONO

Washington, 5 giugno 1999

II 5 giugno mentre l'imperialismo celebrava la sua pace, continuando a bombardare la Jugoslavia, e mentre la parte più squallida del movimento "pacifista" italiano si apprestava a dare ulteriori segni di sciovinismo filo governativo; a Washington, sfidando i divieti della polizia della Virginia, migliaia di manifestanti marciavano sul Pentagono contro l'aggressione alla Jugoslavia, contro gli accordi di pace e l'occupazione militare del Kosovo. Giovani americani, latinos, portoricani e rappresentanti delle comunità asiatiche si univano alla comunità jugoslava per denunciare e combattere l'aggressione imperialista nei Balcani come parte di un'unica politica di oppressione all'interno ed all'esterno del paese.

Foto 1: una energica oratrice di colore denuncia l'aggressione della NATO dal palco posto sotto le mura del Pentagono.

 

Foto 2: un giovane serbo ed un giovane di origine asiatica protestano insieme al raduno della marcia presso il Memoriale dei caduti in Vietnam.

 

Foto 3: parla il rappresentante della comunità portoricana che, insieme alla oratrice chicana, ha infiammato la folla legando, nel suo discorso, i crimini Nato in Jugoslavia al ruolo delle basi americane nelle Vieques, all'oppressione imperialista sui lavoratori ispano americani in Messico e negli States. Sullo striscione la scritta: "GIU' LE MANI DALLA JUGOSLAVIA".

 

Foto 4: la rappresentante del comitato per la liberazione di Abu Jamal. Nel suo discorso dirà, tra l'altro, che l'esercito americano è composto in larga parte da ispano-americani e uomini di colore, costretti dallo sfruttamento ad offrirsi come carne da cannone.

 

Foto 5: "Riportate le truppe a casa, subito!"

 

Foto 6: sul cartello di questa donna di colore un eloquente e valido motivo per rigettare l'invito dell'imperialismo USA a sostenere l'invasione in Jugoslavia: "Milosevic non mi ha mai chiamato negra".

 

Foto 7: "Chi sono gli aggressori ? Il Pentagono e Wall Street".

 

Foto 8: Una veterana del Vietnam si allontana a conclusione della manifestazione sulla sua carrozzella da invalida. John Jones, uno dei principali leader delle organizzazioni dei reduci, ha gridato dal palco verso il Pentagono che i soldati dovrebbero rifiutare l'ordine di invadere la Jugoslavia: "Noi abbiamo bisogno di un intervento di terra qui da noi contro la povertà, il razzismo ed il Pentagono". Detto meravigliosamente bene, compagno. Ciò che è un'ottima premessa per farlo.

 

Foto 9: il corteo marcia verso le mura del Pentagono.

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