[che fare 50]   [fine pagina] 

 

Lettere a la Padania

Dai lavoratori della Lega,

nostri compagni di classe

Pubblichiamo un campionario delle lettere apparse su la Padania in questi mesi di aggressione della Nato alla Ju­goslavia. In esse non si trova traccia della debosciata e debosciante "oppo­sizione all'uso delle armi per dirimere le questioni internazionali" tanto diffusa nella scarsa sinistra che s'è opposta alla guerra. Tutte prendono posizione in modo netto per uno dei contendenti. Si schierano. E si schierano senza arzigo­golamenti dalla parte degli oppressi, contro gli oppressori. Sacrifichiamo vo­lentieri un poco del nostro già limitato spazio per informare quei nostri lettori che non hanno la possibilità (e, forse, qualche volta, la voglia...) di esserlo su quanto si muove dentro la Lega Nord. Ripetiamo per i soliti sordi (non c'è peggior sordo...) che non lo facciamo per suscitare simpatie verso questo par­tito, o per proporre fantomatici "fronti comuni" con esso. Lo facciamo all'uni­co scopo di mostrare come si vada diffondendo la coscienza che per risol­vere i problemi immediati di chi vive del proprio lavoro bisogna misurarsi con un nemico che è mondiale. Ciò avviene in modo significativo tra i lavoratori che aderiscono alla Lega. Non ritorniamo sui motivi per cui ciò accade. Ribadia­mo, però, perché è indispensabile l'in­tervento dei comunisti verso questi la­voratori che si mettono in movimento per difendere i propri interessi di classe sotto bandiere che non sono quelle del comunismo (né più, né meno, di come non sono comuniste le bandiere dell'at­tuale "sinistra", peraltro). Lo fanno per­seguendo un programma che non è al­tro che il tentativo di rilanciare un capi­talismo micro-nazionale e, a suo modo, anche "sociale", "operaio". Ma, pro­prio per questo, devono darsi un pro­gramma di alleanza dei popoli contro il mondialismo, contro l'imperialismo. Su questa base i lavoratori leghisti (non il partito Lega, di cui abbiamo, forse per primi, denunciato, in termini di classe, il programma e la prospettiva!) possono e debbono essere chiamati -da un mo­vimento di classe e da un partito comu­nista- a compiere l'ulteriore passo ver­so la lotta di classe internazionale con­tro l'imperialismo e il capitalismo.

Questa nostra posizione s'è tirata ad­dosso più d'una critica da parte di certi "puristi" che ci contestano di voler "flir­tare" con un movimento, in fondo, rea­zionario. Questione a cui abbiamo già risposto... 50 anni fa con Bordiga, e 80 anni fa con Lenin.

Fu la logica resistenzialista a ribaltare le posizioni di Lenin, e a vedere il nemi­co nel "tedesco", senza distinguere tra proletariato e borghesia. Quanti di quelli che dichiarano tuttora di rifiutare (per il passato!) quella logica, la ripropongo­no, nei fatti, nei confronti del "leghista"? E poi, magari, del "serbo", del­1' "irakeno", ecc.

 

Attacco ai Serbi, ne risponde­ranno!

Questo atto di guerra aperta costi­tuisce un salto di qualità gravissimo nella campagna di globalizzazione condotta dalla grande finanza mon­diale attraverso tragici e arroganti pupazzi come Clinton e i suoi scacci­ni nei governi europei.

Finora infatti la campagna di glo­balizzazione (che potrebbe essere de­

finita la quarta guerra mondiale) era stata combattuta con le speculazioni e le bancarotte procurate per affa­mare interi popoli, con le menzogne televisive, con la sollevazione di va­ste ondate migratorie (...) Si era trat­tato di una guerra relativamente "fredda ".

L'attacco militare di oggi a uno stato sovrano europeo mette in drammatica evidenza che, invece, quando l'ostacolo è troppo resisten­te, senza alcuna remora si può ricor­rere alla più brutale violenza.

I Serbi hanno la colpa di non esser­si prostituiti alla coca cola, di voler difendere la propria identità (...)

Pertanto, vengono bombardati. Questo drammatico salto di qualità imposto dai globalizzatori per dare un esempio ai popoli europei proprio in caso loro, inevitabilmente rischia di legittimare in tutto il mondo il ri­corso alla violenza come forma di resistenza alla violenza perpetrata dall'aggressore.

Non è un passo scevro di pericoli per chi l'ha compiuto... (28.3)

 

Emma Bonino portatrice di odio!

Emma Bonino candidata a diven­tare capo dello Stato in Italia?

Poveri noi... Fomentatrice di guer­re, di interventi armati, di attacchi di cui poi non sa gestire le conseguenze... Fomenta l'odio contro i serbi e contro Milosevic, solo questo è in grado di fare: se ne stia a casa! (7.4)

 

Aereo abbattuto, sarà una le­zione?

Abbattuto un caccia bombardiere degli Stati Uniti. Spero che questo avvenimento faccia desistere gli yankee dai loro folli progetti mon­dialisti. Spero che un giorno i signori a stelle e strisce possano provare sul­la loro pelle almeno un quarto del terrore e dei massacri che, diretta­mente o indirettamente, hanno semi­nato per il mondo. (31.3)

 

Ora la sinistra è amica degli Usa!

Sono un ex militante, fino a ieri elettore della sinistra (dei DS).

Tanto è stato lo schifo provocato in me dalla vicenda dei bombarda­menti sulla Serbia, con tanto di visita negli Usa di D'Alema e salamelecchi vari ai decorati generali della Nato, che per una volta mi sono trovato d'accordo con Umberto Bossi.

Dove sono finiti gli antiamericani di comodo, i pacasti, i difensori delle prerogative italiane ed europee nei confronti del sempre più arrogante zio d'America?

Non so, so solo che sono sempre meno a sinistra e un pochino, per la prima volta, più leghista... (28.3)

 

Popoli in lotta, è il momento!

11 31 marzo ho avuto un momento di grande commozione ascoltando alla Radio le parole di Bossi.

Parole semplici e chiare, anche se non da tutti ascoltate, parole decisi­ve per la sorte dei nostri popoli.

Io sono friulano, amo la mia terra e i suoi 2000 annidi storia, so quello che per essa hanno fatto e sofferto i miei avi e spero che tutti i padani facciano altrettanto.

Ricordo che i serbi nel 1389, pur sconfitti si batterono contro i Turchi e contro l'avanzata islamica.

Forza fratelli Serbi, Catalani, Ba­schi, Valloni, Fiamminghi, Savoien­ne, Corsi, Irlandesi, Scozzesi, Breto­ni, Tibetani e Padani. Forza! (7.4)

 

Yankee, ecco perché molti vi odiano...

Visto che Clinton ha l'abitudine di lanciare messaggi, anch'io vorrei lanciare il mio al popolo americano. Cari americani non è colpa vostra se nel mondo bruciano la vostra ban­diera e attaccano le ambasciate!

I russi non sono arrabbiati con voi perché li ricattate prospettando loro fame e miseria, gli allevatori europei non vogliono denunciare voi perché volete farci mangiare la vostra carne agli ormoni, i Kurdi non maledicono voi perché lasciate che la Turchia continui a massacrarli...

Il mondo intero vi esorta, cari americani, a liberarvi dalla dittatura che vi opprime il cervello, che vi ha imposto come presidente un buratti­no birichino cui piace giocare con sigari e missili.

Cari americani, guardate il mondo con gli occhi dei popoli senza patria e chiedetevi perché molti odiano la vo­stra bandiera... (28.3)

 

[che fare 50]  [inizio pagina]