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UNA GUERRA DAVVERO

UMANITARIA

Il termine con cui si è voluto legittimare e nobilitare questa guerra infame è stato: umanitaria. Per dire che si tratta di una guerra obbligata per quanti -i vampiri delle banche e i loro avidi servi ai vertici del potere civile e militare- hanno un debole per la salvezza degli oppressi. Si trattava di liberare gli albanesi del Koso­vo e, in un certo senso, i serbi da se stessi.

Oggi è possibile una prima radiografia degli effetti rivitalizzanti di questa "liberazione". Ne offriamo alcuni elementi. Il bilancio è assolutamente parziale e inadeguato, ma dà l'idea.

Questa, nient'altro che questa, è l'umanità di cui è capace il capitalismo morente!

 

Distrutti 50 impianti produttivi Distrutti 18 fra raffinerie e depositi di carburante

Danneggiate 10 centrali elettriche Danneggiati gli impianti di distribuzio­ne dell'acqua potabile

Distrutti 3 reti tv e numerosi ripetitori Danneggiate decine di strade Distrutti più di 50 ponti

Distrutti almeno 10 aeroporti e 20 linee e stazioni ferroviarie

L'agricoltura e la sicurezza alimenta­re messe a repentaglio dalla mancanza di carburante e di prodotti chimici (e dal lancio sui campi di grano e sui frutteti della Serbia di organismi devastatori)

Danneggiati più di 20 ospedali e de­cine di centri di salute

Danneggiati 300 fra scuole e asili Distrutti 30 monumenti e luoghi storico-religiosi

Più di mezzo milione di lavoratori sono rimasti disoccupati per le distru­zioni riportate dall'apparato produttivo e dalle comunicazioni

Oltre trecentomila bambini non hanno più una scuola...

 

I dati si riferiscono ai primi 45 giorni di guerra, gran parte dei quali erano stati giorni di bombardamenti a "bassa intensità"...

 

Una foto della Zastava di Kragujevac: ecco cosa rimane della più grande fabbrica automobilistica della Jugoslavia. Senza lavoro 36.000 operai (160.000 contando anche l'indotto).

 Eh sì, è davvero difficile vedere che il bersaglio fondamentale delle democrazie occidentali è stato ed è la ("multi-etnica") classe operaia della Serbia!


 


 

Errori?

LANCI SBAGLIATI – Sono “solo” 12 su dodicimila

 I missili colpiscono un campo-pro­fughi? un ospedale? una colonna di civili (albanesi!) in fuga dalle bombe su Pristina? "Spiacevoli errori", così si è scusata la NATO... Errori?

Liberazione del 18.6.99 riporta la denuncia di alcuni piloti spagnoli che hanno pre­so parte ai raid: la NATO ha premiato con medaglie d'oro i bombardamenti su obiettivi civili definiti "effetti collaterali".

"Svariate volte -accusa in partico­lare il capitano Martin de la Hoz- il nostro colonnello ha protestato nei confronti dei capi della NATO chiedendo spiegazioni del perché venisse­ro scelti obiettivi non militari: come risposta ha ricevuto insulti. Ma c'è di più, e lo voglio dire al mondo intero: una volta è arrivato l'ordine in codice dei militari nordamericani di sganciare bombe anti-persona su Pristina e Nis.

II colonnello si è rifiutato e di lì a pochi giorni è arri­vato l'ordine di trasferimento. Ma quello che sto dicendo non è niente in confronto con quello che dirò a tempo debito".

Chiaro? L'imperialismo non com­mette errori, pianifica stragi, è terrorismo allo stato puro, è la forma più elevata dell'organizzazione del crimi­ne che la storia conosca.


Elisir di lunga vita

For you, my friends

Mandiamo questo messaggio a tutti aspettando che qualcuno sia scosso  nel sentire ciò che noi stiamo gridando.

Roger, mio marito, ed io stiamo guidando (negli USA) una forte campagna anti-NATO, specialmente oggi che la BBC non fornisce alcuna informazione o commento circa le armi “UD” (contenenti uranio impoverito), solo la CNN ha accennato a tale pro­blema.

Questo blocco dei ''media" è im­possibile da superare.

Non so se ci siano spiegati: la NATO non progetta bombardamenti con l'uso di armi “UD”, ma ogni proiettile utilizzato in guerra lo contiene in quanto è prodotto con tale materiale.

Con l’esplosione, l’80% dell'ura­nio si trasforma in ossido di uranio (particelle della grandezza di mezzo micron), che una volta inalato (in seguito alla lunghezza dei tempi di decadimento dell’uranio) equivale all’esposizione permanente (per tutto il resto della vita) a radiazioni di potenza 20 volte superiore ad una normale radiazione toracica.

E’ nostro scopo attrarre l’attenzione dell’opinione pubblica su questo gravissimo problema: la cosiddetta Sindrome del Golfo.

Dopo la guerra del Golfo identici sintomi sono stati riscontrati su 80.000 veterani americani di quel conflitto.

Questo significa che sono esposti al medesimo pericolo entrambe le parti nel mirino: perché i nostri governanti  dovrebbero preoccuparsi degli avversari quando non si preoccupano nemmeno dei propri soldati? Ho l'im­pressione che la gente non si renda conto di quanto tutto ciò sia dannoso e di lunga durata: non si tratta più di ponti. edifici o morti.

Benché sia stato usato Irak-Kuwait ed in Bosnia questo tipo di armi (“UD”) nella storia del pianeta non ha mai avuto un utilizzo così concentrato per tempo e luogo come in Serbia e Kosovo in questi giorni.

Potrebbe succedere che i vivi invi­dino i morti.

Vi preghiamo di scuotere l’opinio­ne pubblica, questo non è un gioco.

 

Con amore, i vostri Tamara e Roger Coghill*

 (*Due scienziati statunitensi, n..)

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