Il comunicato del Comitato italiano del Fronte di Liberazione Popolare dello Sri Lanka (JVP), che pubblichiamo qui accanto, esprime un accorato appello a battersi contro londata di feroce repressione borghese che si sta abbattendo in quel paese contro i militanti proletari e contro gli attivisti dello JVP per mano del governo di centro-sinistra di People Alliance. Facciamo nostra, incondizionatamente, la necessità di denuncia e di lotta contro lo sfruttamento e loppressione politica dellimperialismo nello Sri Lanka e contro la conseguente repressione del governo locale, a cominciare dalla partecipazione alle iniziative organizzate dai compagni cingalesi, dalla pubblicazione dellappello del JVP e dallinvito che rivolgiamo ai nostri lettori a denunciare davanti ai lavoratori occidentali linasprimento dellattacco antiproletario nello Sri Lanka come un aspetto del dominio imperialista nellarea del sud-est asiatico. Dominio che, proprio nello Sri Lanka, ha avuto già varie volte modo di manifestare il suo volto più turpe, con sanguinose repressioni ed esecuzioni di massa contro le ripetute insorgenze cui i proletari e le masse locali hanno dato vita.
Linasprimento della rapina imperialista in tutto il Sud-est asiatico pone, sempre più, le condizioni di una ribellione delle masse oppresse dellarea, che rischia di far saltare le istituzioni e i governi locali, e, assieme a loro, tutti gli assetti dellimperialismo nella regione, e non solo.
Rafforzare la repressione e lautoritarismo è, dunque, un diretto interesse dei paesi imperialisti. Quando la loro stampa e i democratici occidentali denunciano le "violazioni dei diritti democratici" -spesso inventandole di sana pianta- lo fanno al puro scopo di intromettersi ancor più direttamente nella gestione dei paesi presi nel mirino, al fine di stabilire ancor più fermamente il proprio dominio, di conquistare la maggiore libertà possibile ai movimenti dei capitali e allo sfruttamento della manodopera locale; giammai di rafforzare lagibilità politica della classe operaia e delle masse popolari.
Proprio per questo motivo, i comunisti debbono dare piena e incondizionata solidarietà ai lavoratori dello Sri Lanka e ai compagni del JVP e possono darla in un unico modo: denunciando la politica imperialista della propria borghesia e delle sue sorelle occidentali, e lavorando a chè il proletariato italiano e occidentale metta in campo la sua forza per bloccare laggressione che queste conducono alle masse di quel paese e la repressione che, tramite i loro governi-fantoccio locali, esercitano contro i partiti che cercano di organizzare la resistenza delle masse alloppressione e allo sfruttamento. In virtù, proprio, di questa solidarietà internazionalista diciamo con molta franchezza che lappello italiano del JVP ci appare sbagliato per i destinatari cui è rivolto e per la sua stessa impostazione di fondo.
E sbagliato è, del pari, accreditare al proletariato occidentale i suoi governi come potenziali alleati nella lotta contro la repressione di qualunque popolo oppresso: i governi, le classi dirigenti, le borghesie occidentali, con il codazzo degli organismi internazionali ufficiali e delle loro opinioni pubbliche democratiche sono responsabili tanto dello sfruttamento del proletariato occidentale, quanto delloppressione delle masse dei paesi dominati dallimperialismo.
Crediamo, perciò, che proprio il dichiarato internazionalismo del JVP dovrebbe far
riflettere attentamente sui risvolti di una impostazione come quella dei comunisti.
Noi comunisti internazionalisti lavoriamo affinché lappello per la necessaria
solidarietà di classe con le masse oppresse dallimperialismo giunga al proletariato
delle metropoli, lunico soggetto che in prospettiva può soccorrere la lotta
degli sfruttati dello Sri Lanka. Lattuale stato di passività della classe operaia
occidentale impone ai comunisti di lavorare ancor più tenacemente proprio in questa
direzione, affinché lossigeno proletario e rivoluzionario della metropoli, che
drammaticamente oggi manca, possa sostenere il coraggioso cammino del giovane proletariato
dellAsia per la comune e unitaria lotta contro limperialismo e il capitalismo.
E lavoriamo anche affinchè si sviluppi un serio rapporto politico internazionale tra i comunisti presenti in Occidente e i partiti e le organizzazioni che sostengono il moto di resistenza e di lotta anti-imperialista delle masse dei paesi oppressi. Solo un fecondo lavoro di confronto e di lotta unitaria, che parta dagli insegnamenti del marxismo e dellesperienza storica delle rivoluzioni proletarie e anti-imperialiste, e basato su una spinta coerentemente internazionalista, potrà consentire di superare le difficoltà, i ritardi, le lacune che, in entrambe le parti, sicuramente esistono. La rivoluzione nellOccidente capitalista non si può realizzare senza che nei paesi oppressi si sviluppi un vero movimento anti-imperialista. E, daltra parte, nessuna vera liberazione dalloppressione imperialista è possibile se non trova nel proletariato occidentale la sua "quinta colonna" contro il gigantesco apparato politico-militare costituito dagli stati imperialisti. Le stesse "questioni nazionali" che sono aperte in tutti, o quasi, i paesi oppressi non possono trovare alcuna risoluzione reale se non si dirigono anzitutto contro limperialismo, che è quello che le ha direttamente causate, o che le ha conservate, ma sempre per piegarle al suo fine di dividere, separare e contrapporre le masse e i popoli tra di loro, per meglio esercitare il suo pieno dominio. In mancanza di una vera unità di lotta contro limperialismo da parte di tutte le masse e i popoli oppressi, le "questioni nazionali" si possono risolvere a favore di questo o quellaltro popolo, di questo o quellaltro paese, solo con lintervento di chi detiene le vere leve del potere mondiale, e, di conseguenza, solo sulla base delle sue convenienze, che corrispondono sempre e soltanto a una maggiore oppressione, a una maggiore rapina, a un maggiore sfruttamento. Esempi di questo se ne trovano, purtroppo, in enorme quantità nella storia passata e presente dellAmerica latina, in Asia, nellEst europeo e, in modo particolarmente tragico, nelle guerre "locali" di cui è costellata lAfrica attuale.
Il nostro appoggio incondizionato va alle masse lavoratrici dello Sri Lanka nella loro lotta contro loppressone imperialista e contro la repressione del governo di "Alliance People" ai danni dei compagni del JVP. Il nostro appello va a tutti comunisti dOccidente e dOriente, a tutti i militanti di classe e anti-imperialisti, affinché si cominci davvero a lavorare per fondare su basi programmatiche e prospettive solide ununica organizzazione mondiale di lotta contro il capitalismo e limperialismo.
Difendiamo la democrazia in Sri Lanka La crisi sempre più grave del capitalismo, giunto al suo stadio imperialista,
si riflette come crisi politica in numerosi paesi. La morsa del F.M.I. e della Banca
Mondiale sul nostro paese è sempre più stringente, e la prima conseguenza è che la
maggioranza del popolo dello Sri Lanka viene gettata nel pauperismo. Comitato in Italia del JVP |