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Pubblichiamo il volantino diffuso dalla nostra Organizzazione alla manifestazione di
Aviano per leccidio del Cermis
STOP IMPERIALISM!
Lo "spiacevole incidente" del Cermis ha destato gente e politici dal torpore
con cui si stava assistendo nella più totale indifferenza ai preparativi bellici
degli USA contro lIraq e allappoggio "logistico" che il
"nostro" governo gli avrebbe offerto senza tante discussioni, in pieno rispetto
dei patti di alleanza e della solidarietà dinteressi imperialistici. Lo si
era fatto senza colpo ferire nel 91, lo si era fatto allo stesso modo durante
la guerra jugoslava, ci si apprestava tranquillamente a rifarlo oggi.
I venti morti del Cermis ci hanno improvvisamente e traumaticamente ricordato che i
giochi di guerra sulla pelle degli altri possono non essere del tutto gratuiti
neppure per noi e questo fatto (non il pensiero alle centinaia di migliaia di iracheni
già massacrati anche da noi, non quello delle popolazioni jugoslave messe anche da
noi le une contro le altre ed anche da qui bombardate a costo zero per i nostri
interessi imperialistici e neppure quello delle nuove vittime sacrificali irachene per
regolare i nostri conti con Saddam) ha suscitato qualche indignazione, qualche
protesta.
Gli stessi partiti di governo e di opposizione, tutti unanimi - dai
post-"comunisti" di DAlema ai post-fascisti di Fini - nella rivendicazione
che lIraq, con linsieme delle masse arabo-islamiche, devono essere piegati
ai nostri "legittimi" interessi, hanno chiesto che "si faccia luce"
sulle cause dell"incidente" del Cermis perchè non accada più che anche noi
possiamo morire per "sbaglio"; insomma: che le operazioni di guerra contro gli altri
siano per noi totalmente a riparo da rischi.
Una parte della "sinistra alternativa" (Verdi e Rifondazione) pretendono
addirittura, o fingono di pretendere, che le basi militari in Italia non siano troppo
facilmente concesse in uso ai nostri alleati e che sia il nostro governo a
decidere in piena sovranità la propria politica imperialista, su un piede di
completa parità (così come abbiamo già fatto, a più riprese, in Somalia, in Albania,
in Jugoslavia). A ciò si è aggiunta la petizione della "trattativa pacifica"
quale metodo per risolvere il contenzioso con lIraq, in dissenso coi furori bellici
statunitensi: in buona sostanza, affidiamo allONU, questo covo di briganti
dellimperialismo, secondo la definizione di Lenin, il compito di piegare
"pacificamente" lIraq ai nostri interessi senza dover ricorrere
alluso delle armi, perchè se uno accetta "liberamente" di farsi schiavo
non cè ragione di ucciderlo.
Questa manifestazione, convocata con straordinaria... tempestività per il momento in
cui si pensava che lattacco USA già sarebbe stato sferrato, lasciando alle masse
tutto il tempo libero per seguire nel frattempo il Festival di San Remo, dovrebbe
riconfermare questa linea di "indipendenza nazionale" per una "autonoma
politica di pace" del nostro paese.
Noi, comunisti internazionalisti, ci rivolgiamo qui, con brutale franchezza, a quei
pochi o tanti che vi partecipano con un sentimento sincero di opposizione alle
politiche di guerra e rapina dellimperialismo.
Ci rivolgiamo ad essi per ripetere quello che da sempre andiamo dicendo:
- tutte le campagne capitalistiche per la "democrazia" e il "diritto
internazionale", nessuna esclusa, sono state, sono e sempre saranno campagne per
mobilitare la "gente comune" a difesa del portafoglio borghese depredando ed
assassinando masse sempre più estese del globo da cui spremere profitti: non si tratta in
alcun modo di piegare una qualche dittatura (la vera e più vergognosa delle dittature sta
qui!) né di "imporre" a nessun paese la "democrazia", ma di spezzare
ogni e qualsiasi resistenza indipendente alle ragioni dellimperialismo. Vero
ieri come oggi, con mezzi di "pace" o di guerra che siano: Iraq 1991,
Jugoslavia, Somalia, Albania, sud-est asiatico, Medio Oriente, Africa (vedi limmonda
campagna interventista verso lAlgeria!), Iraq, di nuovo, 1998 e così via
allinfinito...
- in questa operazione di schiavizzazione universale alle ragioni dellimperialismo
gli USA sono naturalmente in prima linea, secondo il ruolo che ad essi compete, e mai si
dirà abbastanza della loro infame funzione di carnefici dellumanità (sin
dai tempi in cui ci regalarono la "libertà dal fascismo" con Hiroshima e
Nagasaki); ma a queste stesse ragioni si ispira lo stesso nostro imperialismo,
per nanerottolo che sia, e tutti i suoi sporchi giochetti per ritagliarsi un proprio
spazio "autonomo" sulla scena politico-militare mondiale non hanno altro
significato, come sè ampiamente dimostrato attraverso il moltiplicato attivismo
diplomatico e militare nellarea del nostro "spazio vitale", come
avrebbe detto, con maggior franchezza, Mussolini;
- per questo, riprendendo uninsegna incorrotta del "passato", noi diciamo
che il nemico principale è in casa nostra, è il nostro imperialismo, e che non ha
alcun senso (se non di accodamento alla propria borghesia) sollevare la bandiera di
un"autonoma politica nazionale" se ciò non significa autonoma e
antagonista rispetto a quella del capitale: al di fuori di ciò la contestazione nazionalistica
allo "strapotere" USA conduce solo alla rivendicazione di una politica
imperialistica in proprio (un terreno su cui possono ritrovarsi tranquillamente assieme
vecchi arnesi come il fascista Rauti e arnesi altrettanto vecchi, ed anche più
francamente disgustosi, di falsa sinistra o magari "comunista");
- per combattere una battaglia realmente anti-imperialista occorrono delle forze
sociali ed un programma, una organizzazione politica. Le forze sociali
esistono e sono il proletariato delle metropoli imperialiste cui oggi si predica la
"compatibilità" col "proprio" capitalismo ed a cui si regalano
governi "amici", ma non per questo meno sfruttato e destinato ad esserlo sino
allosso e le masse oppresse dei paesi sottoposti al controllo ed al dominio
dellimperialismo. Si tratta di due sezioni del proletariato internazionale
congiunte da un unico interesse di classe, due sezioni tenute artificiosamente
divise e persino in conflitto tra loro, ma che devono ritrovarsi e lottare assieme.
Questi sono i nostri "interlocutori" veri, in carne ed ossa, e, domani, in armi,
non unONU super partes, non l"Europa", non il Papa, non i
"governi di sinistra" (alla Blair, alla Clinton, alla... Prodi). Chi può
operare questa riunificazione di forze? Il programma internazionalista di emancipazione
del comunismo, un vero partito comunista internazionale. Ciò per cui noi, nella
straordinaria modestia delle nostre forze, stiamo lottando ed a cui chiamiamo chi ha
sangue ed istinto di classe nelle vene a lottare;
- il terreno operativo sta dunque qui, nella capacità di rompere i vincoli della
solidarietà nazionale con la propria borghesia, nella capacità di costruire
ununità di fronte con i nostri fratelli immigrati posti ai margini della nostra
"società civile", nella capacità, su queste basi, di lanciare alle masse
oppresse dei paesi controllati e dominati un segno tangibile della nostra solidarietà
piena ed incondizionata con la loro, e nostra, lotta di resistenza
allimperialismo indipendentemente da ogni considerazione sulla natura degli
spregevoli regimi sotto cui questa lotta provvisoriamente si dà (proprio in forza
dellisolamento e dellindifferenza cui noi li condanniamo con la nostra inerzia
di classe).
Proprio dagli USA ci viene un segnale in questo senso. Militanti di ogni lingua ed ogni
colore hanno saputo rompere con la propria borghesia, hanno saputo dire STOP IMPERIALISM!
individuando il nemico principale in casa propria, hanno saputo rivolgersi ai propri
proletari in divisa chiedendo loro di non farsi complici del massacro dei propri fratelli
di classe. Con questi militanti, con le masse arabo-islamiche che bruciano le bandiere
USA ed israeliane ed invocano una guerra santa contro limperialismo, coi nostri
fratelli immigrati, coi proletari di casa nostra dobbiamo trovare un linguaggio, un
programma, unorganizzazione di lotta comune contro la guerra e la
"pace" dellimperialismo, per la fratellanza universale di classe, per il
socialismo! O questo o la barbarie a venire, che non sarà solo delle altre Cermis ma
il macello imperialista cui il capitale e i suoi servi ci stanno conducendo!
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