"Un milione e mezzo di stranieri dei quali due terzi clandestini". Con questo grido d'allarme la borghesia italiana ci manda a dire che è anche degli immigrati la colpa della "nostra" disoccupazione e che occorre mettere un freno agli ingressi ed alle permanenze "non controllate". Se non bastasse, si aggiunge che questi stranieri non solo ci rubano dei posti di lavoro, ma rappresentano un veicolo del terrorismo internazionale. Di qui la necessità di tutelare il lavoro e l'ordine "nazionali", alla quale si stanno dedicando con amorosa cura governanti e partiti politici (si veda il recente convegno del PSI sul "problema") ben spalleggiati dalle forze di polizia. "Il vero obiettivo - ha dichiarato il sottosegretario agli interni Costa, parlando delle leggi che si conta di mettere in cantiere - è impedire che entrino terroristi e clandestini"; altrimenti, aggiunge, "è inutile lamentarsi degli attentati e della tratta dei bambini jugoslavi".
I sindacati ed i partiti di sinistra all'"opposizione" hanno chiesto che non si facciano operazioni "indiscriminate" e che, soprattutto, nulla passi senza previa consultazione tra le parti sociali ("clandestini" esclusi, ovviamente). Una richiesta molto tiepida, ma che non ha mancato di suscitare l'isteria nazionalista dei settori più arrabbiati della borghesia grande e piccola, di cui si è fatto immancabile interprete Il Giornale di Montanelli. E mentre si covano le premesse del nazionalismo razzista ci sono le "anime candide" che predispongono una versione italiana di "SOS racisme", come nel caso di un documento sottoscritto da "personalità" dalla DC a DP in cui si mette in guardia contro le... esagerazioni, mandando alle sedi istituzionali l'invito ad un'attenta e responsabile considerazione del problema etc. etc.
Attorno alla manovra di "controllo" sull'immigrazione si tenta di far convergere anche la classe operaia. Non è un interesse anche suo salvare dei posti di lavoro "nazionali" ed evitare il pericolo di bombe e tratte dei bambini venduti un tanto al chilo? L'onda nazional-razzista si presenta molto soft ed accattivante. Tutto per il bene dell'ordine, della pace e del lavoro della Nazione. Poi arrivano i Le Pen che travolgono gli stessi riformisti sulla strada da essi stessi aperta, ma non portata sino in fondo...
No!, i lavoratori immigrati non rappresentano una minaccia per i lavoratori italiani se solo questi ultimi sapranno svincolarsi da ogni legame di "solidarietà nazionale" e gettare un ponte ai loro fratelli di classe sospinti a cercare nelle metropoli capitalistiche una via d'uscita provvisoria, almeno, al problema della fame e della disperazione. Non sono i lavoratori immigrati la nostra controparte; lo è il capitalismo che ingrassa sul lavoro salariato dentro e fuori "casa propria", senza bisogno di passaporti e di visti di polizia. Per la classe operaia italiana deve essere d'insegnamento l'esempio della lotta congiunta tra bianchi e colorati, legittimi ed illegittimi, in Inghilterra: è attraverso lo sviluppo di questa lotta che la classe operaia inglese ha potuto (dove questa condizione si è realizzata) respingere insieme l'onda razzista contro gli stranieri e l'onda thatcheriana contro le proprie condizioni di vita. Dove ciò non si realizza, la strada si apre alle peggiori operazioni "reazionarie" ed alle batoste più dure contro la classe operaia nel suo insieme, come indica emblematicamente il caso francese (dove persino settori operai ex-PCF si fanno risucchiare da un Le Pen!).
Il nemico è in casa nostra ed è il sistema borghese. Contro di esso è necessario lottare facendo fronte unico tra i proletari di ogni nazionalità, razza e colore.
Noi, comunisti internazionalisti organizzati, mettiamo a disposizione di questo obiettivo tutte le nostre deboli forze, lanciando innanzitutto un appello perché si intervenga con decisione ovunque si manifesti l'attacco ai nostri fratelli di classe "stranieri", perché ogni loro espressione di lotta venga sostenuta, perché non passi inosservata e senza denunzia ogni azione di repressione statale. Le pagine della nostra stampa sono incondizionatamente aperte a tutti i contributi che possano far crescere una linea coerente di resistenza proletaria in direzione internazionalista. Proletari immigrati!, la nostra stampa vuol essere la vostra stampa; la nostra organizzazione vuol essere la vostra organizzazione! Per l'unità tra lavoratori italiani ed immigrati! Per una comune lotta anticapitalista!