La nostra attività |
A modo nostro, anche noi comunisti organizzati nell'OCI abbiamo fatto "campagna elettorale". Il nostro anti-parlamentarismo non ha infatti significato il chiamarci fuori dallo scontro sociale e politico di cui la "competizione elettorale" stava dando uno specchio (per quanto appannato e deformato). Benchè anchessi ridotti al ruolo passivo di cittadini-elettori, i militanti proletari hanno riversato nella gara elettorale domande e attese diverse da quelle delle altre classi sociali: da un lato la preoccupazione di battere la destra di Berlusconi-Fini; dallaltro, nel suo settore più avanzato, il malessere per l'indigesta scelta della "sinistra" di sconfiggere il Polo rubandogli programmi e uomini.
Poca cosa, dirà qualcuno. Per noi, invece, due spinte in cui si esprimeva la riaccensione in atto dell'antagonismo tra le classi e su cui far leva per spostare in avanti la battaglia difensiva in cui è impegnata l'intera classe. Il che poteva accadere a due condizioni. Primo: a condizione che, come comunisti, avessimo "aiutato" i compagni rimasti disgustati dal modo in cui la "sinistra" intende "battere" la destra a tradurre questo loro sentimento in un reale lavoro per la riorganizzazione del fronte di classe. Secondo (le due cose sono naturalmente legate): a condizione che ci fossimo fatti carico noi per primi, nello stesso momento elettorale, di un'attività in questa direzione con un opportuno e organizzato intervento verso la parte più avanzata del proletariato (e con alcune proiezioni verso la sua massa). A partire da quale anello? Sull'uno come sull'altro piano, dalla questione intorno alla quale era polarizzata l'attenzione del proletariato: come battere la destra del Polo? E cioè: con quali mezzi, su quali programmi, con quali alleati?
Per portare avanti un intervento di questo tipo ci siamo naturalmente "preoccupati" anche di mettere in campo gli strumenti e le iniziative idonei al caso (e acconci al livello delle nostre forze). Abbiamo così pubblicato un numero speciale del Che fare e stampato un manifesto nazionale (dal titolo: "Si può battere la destra... alleandoci con la destra?") attacchinato in una decina di città italiane, fra cui i più importanti centri proletari del paese. Abbiamo impegnato le nostre sezioni nella diffusione del giornale e di volantini ad hoc davanti alle fabbriche (tra le altre: Mirafiori, lAlfa di Pomigliano e di Arese, l'aeroporto di Fiumicino ) e nei quartieri in cui interveniamo da tempo con metodicità. Esse sono inoltre intervenute verso i proletari presenti alle iniziative elettorali dellUlivo e di Rifondazione, in occasione delle quali non sono mancati seri momenti di confronto con i compagni di questi partiti.
Nel corso di questa attività abbiamo riscontrato un allargamento della nostra "area di ascolto" sia all'interno di Rifondazione che del Pds. Alcuni compagni hanno in più accolto con favore il nostro appello affinchè il proletariato torni a essere soggetto vivo dello scontro di classe e non coda passiva dell'ammucchiata messa su all'ombra della (mala)pianta dell'Ulivo. Con essi non ci siamo accontentati di "incassare" la "simpatia" raccolta: li abbiamo sollecitati a individuare e rimuovere gli ostacoli che oggi impediscono un rilancio del protagonismo di classe. Che non sono semplicemente le odierne, vergognose scelte dei vertici dei due partiti "operaio-borghesi", ma le loro (comuni) basi teoriche, politiche e organizzative, e cioè quella democrazia progressiva di togliattana memoria di cui gli accordi allombra dellUlivo sono solo lultima derivazione.
Come OCI abbiamo cercato di fornire un punto di riferimento teorico e organizzativo che contribuisse a far fare in modo collettivo un bilancio di questo tipo e a dare pratica attuazione alle conseguenze che ne derivano all'oggi. E' per questo che abbiamo tenuto una serie di riuscite assemblee pubbliche a Napoli, Roma, Lucca, Mestre, Milano e Torino e accompagnato il numero speciale del Che fare dedicato alle elezioni con un inserto teorico sulla questione parlamentare dal titolo "Comunisti e Parlamento".
Nel confronto avuto con i militanti proletari più coscienti abbiamo, quindi, cercato di far valere il fatto che il rilancio dell'iniziativa di classe deve intrecciarsi alla rottura con l'impianto teorico-politico degli attuali contenitori operaio-borghesi e a un lavoro collettivo di ricostituzione dei nostri organismi antagonistici di classe. Non per staccarsi dalla massa del proletariato rimasta su posizioni più arretrate, ma per indirizzare verso di essa un intervento organizzato, militante. Del tipo di quello che come OCI abbiamo cercato di portare avanti con metodicità e secondo un piano ben coordinato anche in occasione della passata campagna elettorale.
In linea con questo nostro lavoro, organizzeremo nella prima settimana di giugno una seconda serie di assemblee sulla complessa situazione politica del dopo-elezioni e sui compiti che essa pone ai comunisti e ai militanti proletari.