Tra mille strepiti il centro-sinistra conquista in Italia regioni, province e comuni. In Francia il socialista Jospin arriva a sorpresa a ridosso di Chirac. Oltre Manica il Labour Party ha il vento in poppa. Persino in Germania si annunciano prove di centro-sinistra. Volge forse al termine la lunga ondata thatcheriana e, con essa, la sua velenosa coda berlusconiana? Si prepara forse una nuova ondata progressista, con il rilancio della concertazione e con il riemergere di una borghesia "illuminata"'?
Niente è più illusorio di questo quadro dipinto dallo strabismo" democratico-progressista. Ovunque, fin dentro le opulente metropoli occidentali, gli antagonismi sociali continuano ad approfondirsi. Non c'è governo che non sia impegnato a smantellare lo "stato sociale". Non c'è padronato che abbia abbandonato la pressione contro gli operai per ottenerne più lavoro, e che abbia smesso di stringere i cordoni della borsa. E tutto questo avviene mentre c'è una congiuntura economica positiva. Figurarsi quando la "ripresa" avrà esalato l'ultimo respiro!
Nessuna tregua è alle porte, da parte capitalista. Salvo che non si voglia chiamare tregua -per rimanere all'Italia l'attacco contro le pensioni, momentaneamente chiuso da una riforma peggiorativa, cui la Confindustria annuncia già prossima la morte. O l'attacco indiretto al salario proseguito dal governo Dini con la sua "manovra" n. 1 e con la preannunciata manovra n. 2. O la continua introduzione di misure sempre più liberiste sul mercato del lavoro. 0 l'attacco al sindacalismo confederale portato dalle truppe pannelliste nell'interesse di tutta la borghesia.
Paradossalmente, mentre la classe capitalistica continua a marciare a rullo compressore contro le postazioni del proletariato, e i rapporti tra capitale e lavoro si fanno oggettivamente sempre più tesi, il quadro politico sembra andare, addirittura, in controsenso, con tutte le forze (a partire dal Pds) che stringono, al momento, verso il centro.
Ma questa "schizofrenia" tra inasprimento oggettivo delle contraddizioni e attenuazione degli "antagonismi" politici (giunta al massimo grado in Italia nelle celebrazioni ufficiali del 25.4) non può durare in eterno. Già scalpitano, dietro la destra "pulita", che peraltro non ha avuto alcuna conversione al centro o a sinistra, formazioni e spinte estremistiche che hanno iniziato a farsi sentire -a partire dagli USA- sia in politica interna, sia in politica estera (vedi i rinnovati attacchi al mondo arabo-islamico).
L'offensiva capitalistica è destinata a riprendere alla grande, qui e ovunque. Tanto sul piano interno: attacco al sindacato, nuove regole sul mercato del lavoro, etc., col risultato che più il capitalismo si sviluppa, più riporta in auge forme di sfruttamento, quali il lavoro minorile, dichiarate scomparse per sempre. Quanto su quello internazionale, se perfino una borghesia pavida come la nostra non può non prendere prime iniziative militari sul fianco sud e sud-est, e intensifica le sue mene in Istria.
A questa offensiva non potrà certo contrapporsi efficacemente una sinistra che sempre più a fondo sta assumendo come propri i criteri di riferimento del centro-destra e che, in nome della alleanza con classi medie che si spostano sempre più a destra, frena e smobilita la lotta operaia, facilitando l'offensiva della destra capitalistica.
Nonostante le sue direzioni storiche si stiano sempre più sottomettendo agli imperativi del capitalismo, nella classe operaia stanno maturando il bisogno oggettivo di dare risposta all'offensiva borghese, e, insieme, i primi segni di espressione di questo bisogno.
Per i comunisti, la sola risposta valida a questo bisogno è contribuire a dare forza e continuità alla risposta della classe all'attacco capitalistico, aiutarla a riconquistare la sua autonomia di lotta e di organizzazione, fino a dotarsi del suo partito rivoluzionario, per affrontare in modo vincente gli scontri decisivi che si preparano, e assumere su di sé tutto il potere, per porre finalmente mano alla soluzione di tutti i problemi che la società capitalista non può fare altro che continuare ad aggravare.