CONTRO L'AGGRESSIONE
ALLA "PANTANELLA"
Mentre partecipa in prima linea all'aggressione
militare contro le masse arabe in rivolta contro l'imperialismo
(chiamata "operazione di polizia internazionale"), il governo
italiano ha dato avvio ad un'infame "operazione di polizia interna
": tramite la questura di Roma ha fatto intervenire centinaia di
poliziotti nella "Pantanella". Gli immigrati sono stati
perquisiti, derubati, dei loro averi, caricati sui cellulari, deportati
nella caserma di Castro Pretorio e ivi schedati: 800 di essi, da 2
giorni segregati in un cinema senza mangiare, saranno espulsi
dall'Italia in base alla democratica legge Martelli. Nel frattempo
"ignoti" davano alle fiamme gli edifici della Pantanella.
Il governo italiano reprime gli immigrati perché con
la loro lotta per la casa ed il lavoro mettono in discussione il
supersfruttamento a cui li sottopongono stato e padroni. Esso intende
impedire che la loro lotta si estenda, si saldi in un unico fronte con
gli operai e gli sfruttati italiani. Per questo aizza questi ultimi
contro gli immigrati; per questo, dopo averli attaccati con la legge
Martelli, passa alla repressione diretta di massa.
GLI IMMIGRATI SONO TANTO PIÙ PERICOLOSI PER IL
GOVERNO IN QUANTO COSTITUISCONO L'AVAMPOSTO DI UN'ALTRA BATTAGLIA CONTRO
LO SFRUTTAMENTO CHE IN TUTTO IL MEDIO ORIENTE STA UNIFICANDO LE MASSE
ARABE CONTRO L'INTERVENTO MILITARE NEL GOLFO.
La spedizione militare nel Golfo non è infatti
diretta contro Saddam Hussein, ma contro le sterminate masse arabe a cui
l'imperialismo succhia sangue e ricchezza. Da questi stessi paesi,
devastati dallo sfruttamento, sono arrivati in Italia gli immigrati e
qui hanno trovato la prosecuzione della rapina imperialista.
La loro lotta dunque è diretta contro lo stesso
nemico contro cui si battano i loro fratelli in Nord Africa ed in Medio
Oriente. Essi hanno capito che niente poteva concedere l'imperialismo
nei loro paesi, e niente concede qui se non miseria e fame. Stanno
respingendo il tentativo del governo italiano di fomentare divisioni al
loro interno tra nord africani ed asiatici e di ricattarli pretendendo
la rinuncia alla loro battaglia contro l'aggressione nel Golfo in cambio
di un illusorio cambiamento di vita e lavoro.
L'UNICA LORO PROSPETTIVA È L'ORGANIZZAZIONE E LA
LOTTA, COSÌ COME L'UNICA PROSPETTIVA DELLE MASSE ARABE DI TUTTO IL
MEDIO ORIENTE È L'ORGANIZZAZIONE E LA RIBELLIONE CONTRO L'IMPERIALISMO.
Questo pericolo ha scatenato secondo un unico filo la
cosiddetta operazione di polizia internazionale nel Golfo e la
repressione poliziesca alla Pantanella.
In entrambi i casi si intende ripristinare il
"pacifico" dominio imperialista sulle masse arabe e con esso
un aumento dello .sfruttamento sullo stesso proletariato occidentale.
Lottare contro la guerra vuol dire quindi unirsi a
queste masse nella comune battaglia contro lo sfruttamento imperialista.
Ora più che mai non schierarsi dalla parte degli immigrati e delle
masse arabe ed invocare astrattamente la pace vuol dire essere complici
di questa aggressione. Ugualmente sterile ed infame sarebbe il
proclamare una generica solidarietà con gli immigrati, reclamando una
"pacifica" sistemazione di essi in alloggi periferici (ossia
in campi di concentramento) in cambio di una presa di distanza dalla
lotta dei loro fratelli arabi.
Nessun pietismo, ma la consapevolezza della
necessità di saldare in un unico fronte contro l'imperialismo la lotta
degli immigrati e delle masse arabe con quella del proletariato
occidentale.
Lottiamo quindi per la costituzione di comitati di
difesa e di lotta a fianco degli immigrati, che si battano contro la
schifosa campagna antiaraba, contro le espulsioni e le intimidazioni cui
essi sono sottoposti.
Estendiamo insieme ad essi la lotta contro
l'aggressione imperialista nel Golfo e per il ritiro immediato ed
incondizionato delle forze armate italiane dal Golfo.
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA
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