DAL GOLFO ALLE METROPOLI:
DAI "VENTI DI PACE" AI "VENTI DI GUERRA"


Le grancasse borghesi e "riformiste" di tutto il mondo avevano festeggiato il 1989 come quello del ritorno ai sacri ed intangibili principi borghesi: a distanza di due secoli esatti, la strada aperta dalla Rivoluzione Francese - si è detto e scritto - giungeva alla sua più totale affermazione. Capitalismo trionfante ovunque. Ad Est il sistema del "socialismo reale" cedeva spontaneamente le armi, sconfessando "per sempre" la pretesa dell'Ottobre di dichiarare perituro il capitalismo e di mettere ad esso fine, per via rivoluzionaria in nome di una società più avanzata, senza classi. Nessun bisogno di "controrivoluzione" armata da Occidente: il "socialismo" stesso si dichiarava "spontaneamente" e "pacificamente" sconfitto.

In contemporanea, le risorse del capitalismo nelle metropoli dimostravano non solo di saper assicurare una difensiva (contro quali nemici?, non ce n'erano più…), ma uno sviluppo ulteriore. Queste risorse - si è detto e scritto - sapranno indefinitamente garantire la conquista di sempre nuovi traguardi di "generalizzata" ricchezza "per tutti", e proprio la forza dell’Occidente rappresenterà un permanente fattore di "pace", anch’essa "universale"

I fuochi artificiali dell'89 potevano nascondere solo agli occhi degli illusi (dei benpasciuti delle metropoli) e dei traditori che questi ulteriori successi espansivi del capitalismo significavano, più che mai, guerra contro la maggioranza mondiale dei popoli controllati e dominati dall'Occidente, tirannia e miseria crescenti per essi.

È quello che scrivemmo allora, incuranti di passare per dei "catastrofisti" a vuoto. Ed aggiungevamo: la vostra stessa marcia verso Est, nel mentre vi concede margini ulteriori di respiro, non solo non sarà in grado di annullare le ragioni storiche della crisi capitalistica in atto, ma varrà a stringere ulteriormente il cappio delle contraddizioni del sistema attorno al vostro collo; l'"unificazione" del mondo da parte delle metropoli imperialiste vedrà solo centralizzate e concentrate le condizioni dello scontro internazionale di classe che si va preparando e che proprio voi state unificando sul serio, come non mai in precedenza.

Ed ancora: gioite pure dell'auto-smantellamento del "socialismo reale"; esso semplicemente "confessa" quello che pochi rivoluzionari per decenni hanno sostenuto, nella lotta teorica e militante, e cioè che esso, dal suo sorgere con Stalin, non ha mai costituito l'alternativa al capitalismo, ma la predisposizione delle basi della sottomissione controrivoluzionaria definitiva ad esso. Ma come il "realsocialismo" della socialdemocrazia passata al campo del capitalismo nel '14 non ha spento le polveri della rivoluzione proletaria, obbligandole invece a definirsi ed esplodere con più forza, così il "realsocialismo" gorbacioviano o la sua sottospecie occhettiana non avrà migliori esiti.

Le parole di allora tornano oggi drammaticamente attuali. Le litanie di pace si convertono, "d'un tratto", in RUMORI DI GUERRA, le promesse di benessere in quelle di sacrifici (necessari, ma "transitori"… al solito), nel mentre la democrazia metropolitana va sempre più blindandosi. Chi decide il ricorso alle armi? Lo decidono le leggi stesse del capitale. Chi ne calca il bottone? Un pugno sempre più esiguo di potenze ed "uomini" che ne rappresentano gli interessi. Inane ed infame "alternativa" quella dei "riformisti", o persino "rivoluzionari", più "estremi" che obiettano: ci sta bene il nostro "ordine", ma a decidere devono essere i popoli (quali?, quelli dei paesi imperialisti), i parlamenti democratici (idem come sopra), l'ONU (il "covo" dei briganti imperialisti" di cui parlava Lenin).

Una guerra è in atto (e non ne sarà questo di certo l'ultimo atto). È una guerra del Nord contro i popoli sfruttati del Sud ed è, contestualmente, una guerra del capitale internazionale contro i "propri" proletariati. La risposta comunista ad essa è: guerra alla guerra, trasformazione della guerra imperialista in guerra di classe. A deciderlo sono sempre le stesse leggi del capitale, in quanto formidabili suscitatrici del conflitto di classe che ne segnerà la fine, e non l'immaginazione o l'attivismo di "gruppi", di "uomini". A calcare il bottone di questo conflitto sarà lo stesso proletariato, chiamato dalla storia ad emettere la sentenza di morte per il presente sistema ed a dischiudere la via all'affermazione internazionale del socialismo.

Noi comunisti rivoluzionari, mai rimasti "orfani" di Marx, ci apprestiamo "semplicemente" a fare il nostro dovere rispetto a questo "atto dovuto". Marx esce finalmente dalla "soffitta" dove l'avevano rinchiuso i traditori e torna a respirare l'aria pura della lotta.

L'onda delle nostre forze sarà irresistibile: dalle sterminate plaghe dei terzi e quarti mondi oppressi essa si trasmetterà qui, nelle metropoli, ove sta il punto decisivo della soluzione dello scontro tra capitalismo e socialismo, mostrerà ai proletari dell'Est quanto sia illusoria l'aspettativa di "pace, democrazia e benessere" fatta balenare dinanzi ai loro occhi dai rapaci d'Occidente e, togliendo agli stessi proletari d'Occidente le "briciole" di cui sin qui si è nutrita l'illusione "riformista", li costringerà a prender atto dei compiti rivoluzionari cui essi sono chiamati.

Tutto e subito? Non siamo così ingenui da crederlo. Ci è sufficiente sapere che di qui si dovrà passare: "Hic Rhodus, hic salta!". E tanto ci basta per definire il nostro programma attuale: sostegno incondizionato alla lotta dei popoli oppressi dall'imperialismo, rilancio della lotta immediata e politica del proletariato nelle metropoli, sconfessione aperta di tutte le forze ("riformiste" e persino "rivoluzionarie") del "social-sciovinismo" proimperialista, ricostituzione della teoria, del programma, dell'organizzazione rivoluzionarie, consce delle ragioni del proprio "isolamento" attuale ed altrettanto certe della transitorietà di esso (purché nulla si ceda di esse per preoccupazioni di facile ed immediata "udienza"). Così noi raccogliamo la sfida che ci è lanciata dal campo nemico. Tessa chi ha maggior filo da tessere!