La conferenza di Ginevra apre una fase di "distensione"? No, un grande processo di riarmo è all’orizzonte


Mentre l'accordo sulla doppia "opzione zero" sembra fare dei passi avanti, si inaspriscono le tensioni e i contrasti tra gli stati imperialisti, si mettono in cantiere nuovi strumenti di guerra e vengono mobilitate consistenti armate navali. Il "fattore uomo" diventa sempre più importante…

Nei giorni in cui scriviamo potenti macchine da guerra vengono inviate nel Golfo Persico dagli stessi governi che hanno innalzato a Ginevra la bandiera del "disarmo" ed in primo luogo da gli USA cui Reagan rivendica la primogenitura dell’"opzione zero" ed una "genuina" (!) volontà "di pace". Una sessantina di navi militari sono concentrate nello stretto braccio di mare. Gli USA hanno mobilitato la corazzata Missouri, la prima grande unità da guerra a venir schierata in quelle acque: al suo fianco, con il dito sul grilletto, la più massiccia flotta militare mai apparsa nella regione.

L'Italia, che si fregia di essere in prima fila tra i fautori della "soluzione diplomatica", ha svolto sinora la propria missione "di pace" armando l’Iran e l’Irak con fucili, pistole e munizioni; spolette, obici e cannoni; mitragliatrici, elicotteri e fregate; apparecchiature elettroniche, gas chimici e mine, per una guerra reazionaria che è costata la vita, sinora, a più di un milione e mezzo di persone. È questa la politica "distensiva" degli Andreotti, cui plaudono il PCI ed alcune forze "rivoluzionarie" nostrane. In continuità con essa, ecco ora aprirsi un nuovo capitolo, quello dell'intervento diretto nell'area con una squadra navale per il momento… poi si vedrà.

D'altra parte, che l'eventuale accordo sugli euromissili non sia un passo verso il "disarmo" ma una manifestazione di come proceda concretamente il corso verso la guerra imperialista, io mostra la "politica di sicurezza" cui sono indissolubilmente legate le trattative di Ginevra. Facciamo una brevissima cronistoria, limitata all'ultimo anno:

- Autunno '86: Viene discussa l'adozione di uno scudo antimissilistico europeo collegato con quello statunitense, nel quale verrebbero utilizzati missili Patriot modificati, del tipo sperimentato il 15 settembre'86 nella base di White Sands, nel New Mexico, nell'ambito del programma SDI: studi sulla fattibilità del progetto vengono affidati dal Pentagono, con un finanziamento di 50 milioni di dollari, ad industrie inglesi, tedesche ed al CITES (il "Consorzio italiano per le tecnologie straniere" fondato nel 1985 da Augusta, Oto Melara, Elettronica, Galileo, Marconi Italiana, Breda Meccanica e Sma).

- Dicembre'86: Vengono avviati 7 progetti di cooperazione "industriale" fra i paesi della NATO per la costruzione di armi convenzionali a tecnologia avanzata, con un bilancio di 100 milioni di dollari.

- Maggio'87: Al vertice NATO di Bruxelles, incentrato su come affrontare le conseguenze di una eventuale doppia "opzione zero", i governi occidentali si dichiarano concordi "sulla necessità di rafforzare la difesa convenzionale della Alleanza atlantica, in modo tale che l'eliminazione di una buona quantità di missili non renda lo schieramento occidentale troppo debole, compromettendo la strategia della risposta flessibile" (da " L'Unità" del 25.5.'87).

- Primavera/estate'87: Altri progetti (sempre finalizzati a conservare la credibilità della "risposta flessibile") affiancano lo scudo europeo: lo stazionamento in Europa di bombardieri atomici B-52; il rafforzamento dell'armamento nucleare tattico europeo (aumentando, ad esempio, il numero dei missili Lance; attualmente in Italia ne sono disseminati cinque); l’aumento del numero dei cacciabombardieri F-III presenti in Europa (quelli usati nei raid aerei, contro la Libia); il rafforzamento dell'armamento convenzionale con l'utilizzo di nuove tecnologie.

- Giugno '87: Germania e Francia decidono di costituire una brigata comune composta da compagnie tedesche e francesi sotto un comando unificato. Ecco come l'Europa - che secondo certe leadership "pacifiste" e nella strategia riformista dovrebbe essere il 1attore trainante" del processo "di distensione" - in nome della "politica di sicurezza" (la "sicurezza" del sistema capitalistico di poter sopravvivere a qualsiasi costo… ), si predispone ad una grande corsa al riarmo. Un riarmo che richiede massicci investimenti, poderosi aumenti delle spese per la difesa (la Francia, nel solo'87, le ha accresciute del 7%) la ristrutturazione e l'appesantimento dei servizi di leva. Se finora le borghesie europee si erano raccolte sotto "l’ombrello nucleare americano", ora devono assumere in proprio gli oneri economici e militari della "difesa" del (loro potere sul) vecchio continente. Con grande imbarazzo per le complicazioni sociali che questo comporta, esse sono costrette ad affermare che la denuclearizzazione (del tutto "limitata", ovviamente - n.n.) comporterà spese accresciute per le armi convenzionali. Le sinistre (l'ammonimento, attraverso e dietro la "sinistra", è rivolto al proletariato - n.n.) devono ricordare che non è più possibile avere la botte piena e la moglie ubriaca, l'espansione dello Stato Provvidenziale e l'Europa denuclearizzata ma artefice della propria difesa" ("La Stampa" del 18.4.'87). Inutile chiedersi cosa e chi si dovrà colpire. Per il giornale della FIAT e della "Valsella" l'aumento della spesa bellica va finanziato con lo smantellamento delle residue "garanzie" del "welfare".

Il problema non è solo europeo, e lo dimostra il dibattito che ha accompagnato la trattativa di Ginevra negli USA. Con la direttiva NSD-59 del Pentagono, viene introdotto il concetto di "capacità di combattimento in una guerra nucleare limitata, flessibile e prolungata". Il concetto di combattimento nucleare prolungato, reintroducendo l'idea classica della durata dei combattimenti, avvicina la guerra nucleare ai conflitti tradizionali, c presa a possibilità del loro esito positivo" ("Le Monde Diplomatique", luglio'87). Le concezioni strategiche americane si sono andate sempre più concentrando sull’idea che la "dissuasione" non debba essere tanto e solo nucleare, quanto soprattutto convenzionale. Weinberger, nel suo rapporto al Congresso per il 1986-'87, ha attribuito grande importanza ai dispiegamento preventivo, alla disponibilità ed alla capacità di combattimento, di attendere rinforzi e di vincere delle forze convenzionali. Lo stesso Weinberger che lavora .attivamente per l'interpretazione estensiva - o la pura e semplice brutale violazione - del trattato ABM, in modo da poter dispiegare le prime componenti dell’ SDI… Ove si dimostra per la milionesima volta che vi è complementarità tra le diverse parti del criminale apparato di guerra borghese-imperialista, che deve essere per ciò lottato e abbattuto nella sua globalità, insieme al sistema sociale di cui è espressione e tutela. E i "democratici" americani -nelle cui fila i Napolitano cercano "validi interlocutori" - che dicono? il loro "Programma per la sicurezza nazionale" non rigetta affatto la politica di sfrenato riarmo dell'amministrazione Reagan. I democratici, al contrario, sono schierati totalmente a sostegno del rafforzamento continuo del potenziale militare yankee. Nel rapporto "DPC", elaborato dalla Commissione difesa del Partito democratico, leggiamo: "L’obiettivo prioritario della nostra politica nucleare deve essere il mantenimento di una dissuasione credibile e stabile, che riduca la probabilità di una guerra nucleare". A tal fine "è essenziale che l’America possieda potenti forze convenzionali, in Europa e altrove" (in tutto il mondo, cioè, essendo il mondo intero territorio "vitale" per gli interessi di sfruttamento e di dominio del capitale USA). Forze da equipaggiare con armi "piccole e poco visibili, facili da utilizzare, facili da conservare in buono stato sul campo di battaglia, capaci di colpire con velocità e di un prezzo abbordabile anche in grandi quantità". No comment.

Quanto più la corsa verso una nuova guerra mondiale imperialista procede, tanto più apertamente la futura contesa perde i caratteri (che agli occhi dei marxisti non aveva mai avuto) di una fantomatica "guerra cibernetica" o guerra di tecnici, non sola diretta ma combattuta da un pugno di capi politico-militari installati alle tastiere dei computers, con le masse ridotte alla completa impotenza. Il "fattore uomo" diventa sempre più esplicitamente importante.

A questa contraddizione (il "fattore uomo", infatti, altro non è, al fondo, che la massa lavoratrice sfruttata) non può sfuggire nessun settore della borghesia mondiale. Il nuovo balzo nella corsa al riarmo richiederà elevatissimi costi economici e sociali (specie in Europa), che dovranno essere scaricati sul proletariato, con grande pericolo per la pace sociale nelle metropoli, già incrinata da un decennio di sacrifici. Una delle ragioni che spingono l'URSS di Gorbaciov a premere per un accordo sugli euromissili è la necessità di dosare le amare pillole perestrojike al proletariato russo per evitare che faccia sentire la sua voce "prematuramente". La preparazione della guerra imperialista esige, infatti, il massimo di disciplina sociale. E la conduzione di essa, specie nel quadro della "convenzionalizzazione" delle strategie militari, pone in primo piano l'importanza dell'azione e del morale delle masse in armi. Non è certo un caso che il "movimento per la riforma militare" sostenuto negli USA sia dai repubblicani che dai democratici, richieda una riorganizzazione delle forze armate americane che presti una cura particolare alla preparazione "morale" ed all'attitudine al combattimento della truppa e degli ufficiali (ossia al loro compattamento aggressivo alle esigenze dell’imperialismo USA).

Anche per le borghesie europee si avvicina il momento di mettersi in pista di lancio. Se è loro necessità coinvolgere il proletariato a livello materiale, organizzativo e ideologico nel riarmo e nella preparazione bellica, ciò non potrà che "familiarizzare" la massa proletaria progressivamente e sempre più direttamente con la questione della "pace" e della guerra. Ai comunisti rivoluzionari il compito di familiarizzarla con l'unica prospettiva coerente con la difesa dei propri interessi di classe: contro la propria borghesia e il proprio governo, contro la guerra imperialista, a fianco delle masse oppresse dei paesi dominati e del proletariato di tutto il mondo. La lotta contro l'invio delle navi italiane nel Golfo e contro i nuovi passaggi della corsa al riarmo sarà un terreno non secondario per tale "addestramento".