Dossier Pci

 


I FLUSSI DEL VOTO DALL'83 ALL'87

La DC ha "spazzolato" per bene dalle riserve dei partiti di centro e di destra, ma anche quel 0,6% dal PCI significa qualcosa. Non ha torto il direttore dell'Istituto superiore di sociologia di Milano, S. Draghi, che ha curato la ricerca, di dire che 'Ia DC si sposta più a destra riprendendosi quell'elettorale conservatore che stava dentro i partiti laici minori "ed "assume un connotato più tipico dipartito conservatore, e rivolto verso la destra dello schieramento elettorale. "Dunque, una quota non irrilevante di elettorato conservatore, sin qui, poteva stare persino dentro il PCI: oggi, nella polarizzazione sociale e politica determinata dalla crisi, ognuno deve ricollocarsi laddove direttamente lo chiamano i propri, specifici connotati di classe, precedentemente offuscata da uno spirito di "solidarietà nazionale" traversale a tutti i partiti sulla base di una trasversalità di "interessi comuni".

Trai "laici"si può notare, in sovrappiù, la pluralità delle linee di fuga dal PRI, precedentemente premiati in quanto rappresentanti della tecnocrazia del ceto medio ed oggi penalizzati, oltre che dalla "naturale" tendenza verso la DC di una parte della sua base elettorale, dalle forzature sul nucleare e dalle spericolate "avventure" del Ministro della Guerra, con conseguente premi a PSI e Verdi.

E il PCI? "Può anche darsi il caso che tutti i voti perduti nelle zone classificate come operaie il PCI li abbia persi proprio dal ceto medio. "Questo "ceto "ex-picista ha regalato veramente a tutti: persino uno 0,4 al MSI! Alla velocità di accostamento al riformismo in tempi di vacche grasse corrisponde una moltiplicata velocità di fuga quando la situazione si inverte. Il "triangolo rosso "ha storiche esperienze in merito su cui rimediare. Di segno opposto lo 0, 4 che va a DP, punta dell'iceberg di una ricerca operaia di un'alternativa al corso disastroso del riformismo ufficiale (e tanto più significativa in quanto DP può offrire ad essa ben magri punti di riferimento, organizzativi e politici).

Il voto ai verdi rappresenta certamente una ribellione di un certo tipo di piccola-borghesia che comincia ad avvertire l'inizio della barbarie e contrappone al modo di produzione capitalistico la lotta su specifiche questioni, lottando contro certi effetti del sistema senza riuscire a risalirne alle cause. Anche in questa direzione il PCI ha perso qualcosa: alla sordità verso la "questione operaia" non poteva non corrispondere una sostanziale inerzia sui problemi reali agitati dai Verdi (sia pure nella loro ottica limitata e distorta, tuttavia "seducente" di fronte al Nulla).