In un quartiere popolare di Roma, il quartiere di S. Lorenzo, si sono verificati negli ultimi mesi una serie di atti di vero e proprio razzismo contro lavoratori immigrati residenti all'"Albergo del popolo", una specie di ospizio gestito dall'"Esercito della salvezza": pestaggi, lancio di bottiglie incendiarie, revolverate. In risposta a questi odiosi episodi, si sono sviluppate molle iniziative. In esse è intervenuto il "Comitato contro la guerra" (che ha sede in via dei Sabelli, 18), esprimendo posizioni che ci sembra utile richiamare. "Non sono gli immigrati a costringerci alla disoccupazione, a far peggiorare le nostre condizioni di vita e di lavoro: la causa di tutto ciò sono gli stessi che costringono ad emigrare milioni e milioni di giovani "colorati". È il nostro governo, sono gli industriali, i trafficanti di armi che alimentano la guerra Iran-Irak e che coprono le deportazioni di massa in Etiopia. La guerra tra poveri non ha mai risolto i problemi degli sfruttati; solo l'unità di tutti gli sfruttati può tutelarci. £ un esempio per noi la meravigliosa lotta degli studenti francesi che ha costretto il governo Chirac al ritiro della proposta di riforma del "Codice delle nazionalità" peggiorativo per gli immigrati. E un esempio sono i portuali di Genova scesi in agitazione a sostegno della richiesta di asilo politico del disertore iraniano Amir Albogino!" (sono le parole di un intervento del Comitato ad un'assemblea indetta dal PCI "contro il razzismo e l'intolleranza"). Ancora: "Se il razzismo ha una base materiale, c'è chi soffia sul fuoco. Il governo cerca di dire ai proletari italiani: "Uniamoci, andiamo a portare la civiltà in Africa, in medio-Oriente e poi vedrete, avrete lavoro e benessere. Sembrano solo ricordi del passato o fantapolitica: eppure, che ne pensate della campagna di televisione, radio e giornali sul cannibalismo de palestinesi? Ci scandalizza il "cannibalismo" dei palestinesi? No, ci scandalizza chi copre quel massacro, i veri cannibali sono qui. Lottare contro il razzismo significa lottare contro il nostro governo, significa lottare al fianco delle masse oppresse dei paesi vittime dell'imperialismo, il cui sfruttamento, la cui miseria è l'altra faccia del razzismo qui" (all'intervento ad un'assemblea indetta dal Comitato di quartiere di S. Lorenzo, il 10 febbraio). È questa, crediamo, la lunghezza d'onda su cui sintonizzarsi per chi intende lottare contro il razzismo e le forze di classe che lo fomentano e lo fomenteranno. E non è un caso se un minimo di riscontro positivo tra i proletari immigrati queste posizioni cominciano ad averlo.
"Nel nostro Paese vivono uno-due milioni di stranieri - e altri ne arrivano continuamente - dal terzo mondo, che sono più prolifici di noi "indigeni". Ora come ora non siamo in grado di assimilarli, di "italianizzarli": è un problema che non ci siamo nemmeno posto. Eppure paesi come la Francia e gli Stati Uniti sopperiscono ad analoghe difficoltà demografiche inserendo nelle loro forze armate "gente di colore". Certamente... un progressivo inserimento, fino alla concessione della cittadinanza italiana, degli immigrati, risolverebbe anche il problema della deficienza della leva. Del resto, non c'è certo necessità di guardare al colore della "carne da cannone" (a firma L. L., su "Avanti"supplemento del 18.1.'87).
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA