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UN PARTITO DICIANNOVISTA CONTRO LA CLASSE OPERAIA

 

Non siamo, e l'abbiamo detto, ai "fa­sci di combattimento", ma c'è già chi si affascia e promette combattimento contro la classe operaia. È quel labora­torio di esperimenti reazionari sotto ve­ste "libertaria" che si chiama Partito Radicale. Sollecito alla causa della protezione degli uccellini esso ha già avuto modo di mostrarsi altrettanto sol­lecito nello sparare i suoi colpi contro gli operai in occasione dei referendum sulla scala mobile. Si tratta di un partito preoccupato delle morti per fame e per guerra nel mondo, e per questo va­gheggia un ritrovato "polo laico" assie­me ai trafficanti d'armì di stato ed agli affamatori sistematici del Terzo Mon­do dell"`azienda Italia" a direzione "socialista". È un partito pronto a com­muoversi ed agitarsi per i dissidenti so­vietici, ma non chiedetegli di muover­si per la sorte dei poveri cristi che, sfug­giti all'inferno khomeinista, chiedono rifugio in Italia. Ai suoi congressi si ap­plaudono i Piccoli, i Montanelli e gli Al­mirante per riservare fischi ed urla con­tro PCI e DP: non per quel che questi partiti tradiscono della causa proleta­ria, beninteso, ma per quel tanto che essi comunque la rappresentano. Il co­lor rosso manda i radicali su tutte le fu­rie, sotto qualsiasi veste esso si pre­senti.

Non stupisce che Spadolini e Craxi, Berlusconi e Cicciolina corrano a scon­giugarne la chiusura annunciata. Ne­mici dichiarati dello "sfascio" i radicali costituiscono di già un bel "fascio" pronto a tutti gli usi. Che un partito del genere non chiuda è scontato. A chiu­dere questo teatrino di marionette, mandando in pensione chi ne tira i fili (o coloro per cui i fili si "autogestisco­no", che è lo stesso) sarà la classe operaia che costoro danno per "estin­ta" nel momento stesso in cui essa scenderà in azione.

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ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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