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Considerato che a partire dai tragici
avvenimenti dell’11 settembre del 2001 abbiamo assistito ad un
inarrestabile attacco al mondo del lavoro e
Considerato che usando la "guerra al
terrorismo" e la "sicurezza nazionale" come pretesti, l’amministrazione
Bush si è messa alla testa di un rinnovato attacco al lavoro
organizzato, a partire dall’utilizzo della Taft-Hartley (e dalla
minaccia di militarizzare i porti) contro i portuali della costa
occidentale…, dalla minaccia della sicurezza dei posti di lavori e dei
diritti sindacali di oltre 170.000 lavoratori del pubblico impiego…,
fino ai licenziamenti di tipo razzista di esperti operatori della
sicurezza aereoportuale…, alla minaccia di limitare il diritto di
sciopero e di organizzazione; al divieto di effettuare la contrattazione
riguardante centinaia di migliaia di lavoratori del settore pubblico. In
più di un’occasione i portavoce del governo hanno descritto le
attività del sindacato volte a difendere i posti di lavoro e le
condizioni di lavoro e di vita come assimilabili al terrorismo o come
"aiuto e favoreggiamento dei terroristi" o, ancora, come
"minaccia per la sicurezza nazionale";
Considerato che la guerra di Bush all’Afghanistan,
all’Iraq, alla Colombia, alle Filippine, e dove ancora?, è diventata
il più potente fattore propulsivo per la repressione delle forze del
lavoro. La "sicurezza nazionale", nelle mani di un’amministrazione
così scopertamente nemica dei lavoratori come quella di Bush, viene
usata come un randello contro i lavoratori, con l’intento di annullare
tutto quanto ottenuto dai lavoratori dagli anni ’30, compresa la
stessa contrattazione collettiva e di programmi di spesa sociale per i
quali il movimento operaio ha tanto lottato, come l’assistenza sociale
e il sussidio di disoccupazione;
Considerato che una risposta da parte del
mondo del lavoro è necessaria con una chiara presa di posizione di
lotta contro la guerra di Bush, che veda nei movimenti contro la
guerra e contro la globalizzazione degli alleati strategici al fine di
difendersi dagli attacchi che vengono portati ai lavoratori e per
riprendere l’offensiva. Della forza potenziale di questa combinazione
di movimenti abbiamo avuto una prima idea nel 1999 a Seattle;
Considerato che Martin Luther King, jr.
prefigurava la congiunzione del movimento dei lavoratori con quello
contro la guerra e per i diritti civili al tempo della grande crescita
del movimento di massa negli anni ’60, e che dobbiamo far rivivere
questo potente coordinamento di forze popolari per battere la guerra di
Bush ed il razzismo che la supporta e che da essa riceve nuova forza;
Considerato che la nostra opposizione alla guerra
dell’amministrazione Bush contro il popolo iracheno e contro gli
attacchi o le minacce contro altri paesi sovrani più piccoli in tutto
il mondo va insieme alla lotta per la difesa degli interessi dei
lavoratori di tutte le razze e le nazionalità in casa nostra;
si è adottata la seguente risoluzione:
il San Francisco Labor Council, Afl-Cio,
appoggia le marce contro la guerra di San Francisco e Washington che
avverranno il 18 gennaio 2003 nel week-end di commemorazione di
Martin Luther King, per opporsi alla guerra contro l’Iraq, il Congresso
per la pace che si terrà a Washington ed il referendum popolare contro la
guerra per il quale milioni di americani stanno raccogliendo i propri
"voti" per fermare questa guerra.
La risoluzione è stata approvata all’unanimità.
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