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AI COMPAGNI

DI RIFONDAZIONE

Alla festa di Liberazione di Milano, nel mese di luglio, un gruppo di nostri compagni si è recato a diffondere il che fare, collocandosi alle entrate della festa, così come si era fatto negli ultimi anni. Questa volta, però, il servizio d'ordine è venuto a comunicarci che non si poteva diffondere la nostra stampa alla loro festa. Non è la prima volta che a Milano il Prc impedisce la diffusione del che fare alle sue iniziative. Alcuni anni fa il responsabile del servizio d'ordine è giunto, persino, a chiedere l'intervento della polizia contro un nostro compagno che diffondeva davanti al Teatro in cui Bertinotti teneva un comizio. Anche a Venezia dei nostri compagni sono stati invitati a lasciare la festa dove avevano allestito un piccolo banchetto esclusivamente con materiali sull'aggressione alla Jugoslavia.

Essendo comunisti non abbiamo in stima alcuna la democrazia, non staremo, quindi, a lamentarci del suo mancato rispetto da parte del Prc. Ci rivolgiamo, piuttosto, a quei compagni (sappiamo che, nonostante la deriva del partito di cui tante volte abbiamo parlato, ancora ne esistono, e molti di loro seguono anche la nostra stampa) che militano in Rifondazione con sincero cuore anticapitalista e volontà, almeno, di battersi davvero per il comunismo. Li invitiamo a interrogarsi sul fatto che il loro partito apre le sue feste ai dibattiti con personaggi dalla chiara connotazione capitalista, ricerca dialoghi, confronti e compromessi con Prodi e Amato, ha fatto campagne elettorali per anti-comunisti dichiarati come Rutelli, ed è pronto a farne per padroni puri e duri come Moratti. Con tutto ciò le porte dell'organizzazione alla propaganda di tutta questa marmaglia sono spalancate. Quando dinanzi a esse si presenta, invece, la stampa comunista, allora vengono chiuse e rinserrate. La verità è, dunque, che non si ha paura che un qualche "estraneo " possa influenzare elementi del partito (e già questo la direbbe lunga sulla solidità del partito...), ma la paura scatta solo quando 1' "estraneo" è comunista. Anzi, ben vengano estranei, tanto per dire, come Rutelli se ciò serve a renderli accettabili e votabili dalla base militante ed elettorale, stiano lontani, invece, coloro i quali hanno qualcosa da dire, e di molto serio, a proposito del precipizio verso cui il Prc ha portato quel poco di senso di classe che pure, alla nascita, aveva raccolto.

A voi chiediamo di dare battaglia dentro il partito, non solo e non tanto per conquistare al che fare la possibilità di essere diffuso alle sue iniziative, quanto per denunciare con forza la linea di continuo arretramento e il progressivo abbandono di ogni residuo fondamento di classe. Non per riconquistare il partito a una seria prospettiva di classe (obiettivo irrealizzabile), ma per cercare di decantare quelle (poche) forze sane che ancora potrebbero esserci e indirizzarle a lavorare per costruire un altro partito che comunista lo sia davvero.

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