Dossier: "La crisi dell'Est"

 

Dallo scaffale dei classici del marxismo

BORDIGA: "L'INCANDESCENTE RISVEGLIO DELLE 'GENTI DI COLORE' NELLA VISIONE MARXISTA " (1960)

Ci limitiamo a trascrivere diligentemente, promettendo di tornarci sopra, con specifico riferimento agli attuali casi di Cina... e dintorni.

"L'accumulazione senza soste allargata del capitale interrompe innanzitutto l'evoluzione dei rapporti di produzione e di organizzazione sociali precapitalistici. In Europa (nel periodo di sviluppo del capitalismo, n.), essa significa insieme dissoluzione delle forme feudali e formazione del rapporto fra capitale e lavoro salariato, mentre nei paesi di colore è essenzialmente processo di dissoluzione delle forme sociali ed economiche precedenti, senza che ne segua il secondo momento, quello dell'avvio di un modo di produzione superiore; le ricchezze che ivi sono state separate dai loro precedenti produttori sono avviate verso le metropoli per esservi accumulate in masse mostruose. Così, dunque, il primo momento - quello negativo - di corrosione delle forme precapitalistiche continua inesorabilmente nei continenti di colore, mentre il secondo - quello dell'accumulazione (che si traduce nello sviluppo della produzione capitalista) - praticamente non vi si realizza mai... L'imperialismo si forza di mantenere le colonie al primo stadio dell'accumulazione, quello della dissoluzione dei rapporti locali e del loro accaparramento da parte del capitale (trusts, compagnie straniere)... Il capitale domina oggi, incontestabilmente, il mondo intero e siccome tende a concentrarsi sempre più in pochi Stati è costretto dalle sue stesse leggi ad arrestare lo sviluppo sociale nella maggior parte dei paesi. La miseria di questi ultimi è dunque direttamente una crisi capitalista e non una crisi dovuta alla mancanza di capitali. La rovina è venuta dal capitale e il rimedio può venire soltanto dalla lotta contro il blocco capitalista... Le carestie, che scoppiano con frequenza sempre maggiore nei paesi di colore decimando forze vitali, sono proprio dovute all'eccesso di concentrazione delle forze produttive nelle metropoli dell'Occidente ".

Una conferma da "Mosca News" (settembre '89): "Se consideriamo la distribuzione delle società miste per settori, domina la sfera dei servizi e della mediazione. Per noi, naturalmente, sarebbe preferibile che i capitali stranieri si dirigessero in misura maggiore nella sfera della produzione... " Sarebbe preferibile se... vedi sopra (nonostante che l'URSS non sia un paese "di colore": ma l'imperialismo ne sta facendo ulteriormente di strada!).

Se si prende in esame la struttura delle "joint ventures" imperialiste in Cina la cosa balza ancor più evidente agli occhi. "Servizi" e "mediazioni" per rapinare le ricchezze del paese senza che ne derivi sostanzialmente uno sblocco delle forze produttive.

Ne è uno smagliante esempio quello dell'investimento misto di capitali nel settore turistico. Mentre nei settori produttivi dei materiali per 1'edilizia si lavora ancora con le carriole e le carrucole a mano, lo Stato cinese "di tutto il popolo" investe somme sino ad 80 miliardi per alberghi a capitale misto (un mensile operaio è al di sotto delle 100.000 lire). Dopo di che, arriva provvidenziale Tien Anmen e l'imperialismo chiude provvisoriamente i rubinetti del turismo, avvalendosi dei solerti servizi dei mass-media (peggiori quelli "progressisti"),e mette alle corde, grazie a quest'operazione di estrema semplicità, i costi del capitale cinese, esigendo, in cambio della restituzione dell'afflusso turistico, l'apertura di altri pozzi da dirottare verso le metropoli. Nell'operazione, lo sviluppo sociale indigeno ne viene ulteriormente compresso ad ovvio, ed obbligato, detrimento degli investimenti nei settori produttivi.

E da qui si grida "Sanzioni!". Sì, sanzioni contro i popoli di colore per rendere ancor più efficace la rapina imperialista. Ma li avete presi, almeno, i trenta danari?