Da Znet, 2 settembre 2005

 

Saccheggio all’ingrosso

Brian Dominick 

 

La sfacciata crudeltà, con la quale il governo ha privato la regione di New Orleans dei finanziamenti necessari per bonificare le paludi e rinforzare il sistema di dighe da lungo tempo in pericolo, dovrà essere attentamente considerata appena l’ultimo sopravvissuto sarà fuori pericolo (The NewStandard, 1/9/05). Ma, oggi, la lentezza semplicemente deplorevole della risposta all’emergenza dovrebbe essere il punto focale della nostra indignazione.

 

Se c’è qualcuno interessato e indignato più per le voci sui “sobillatori di disordini” nelle strade di New Orleans e negli altri centri abitati della Costa del Golfo, che per le gigantesche mancanze del governo degli Stati Uniti prima, durante e dopo che questa tragedia è iniziata, prenda in considerazione la possibilità di una carriera giornalistica.

I veri criminali occupano posti autorevoli: il presidente, il direttore della FEMA (Federal Emergency Managment Agency, Agenzia federale per la gestione dell’emergenza) e le centinaia di membri del Congresso, che hanno interrotto bruscamente le loro vacanze per congratularsi reciprocamente per il varo del finanziamento dei fondi d’emergenza per operazioni di soccorso per nulla operative in Louisiana e Mississippi.

La sfacciata crudeltà, con la quale il governo ha privato la regione di New Orleans dei finanziamenti necessari per bonificare le paludi e rinforzare il sistema di dighe da lungo tempo in pericolo, dovrà essere attentamente considerata appena l’ultimo sopravvissuto sarà fuori pericolo (The NewStandard, 1&778;/9/05). Ma, oggi, la lentezza semplicemente deplorevole della risposta all’emergenza dovrebbe essere il punto focale della nostra indignazione.

Il governo e i media hanno provato a concentrare la nostra attenzione su quelli che sembrano essere cronache aneddotiche, spesso non verificabili, su isolati incidenti di violenza, da parte - sembra - di qualche sopravvissuto di New Orleans (The NewStandard, 1&778;/9/05). Insistono a lanciare le notizie degli incidenti utilizzando lo stile del “resoconto ufficiale”, che si presume che i cronisti più scrupolosi riservino agli avvenimenti abbondantemente comprovati come veri, e in termini, che generalizzano gli incidenti in modo tale da sembrare altamente rappresentativi della situazione effettiva.

Ad esempio, Anderson Cooper della CNN e altri corrispondenti hanno lanciato notizie come questa: “Cecchini sparano sui soccorritori, che cercano di evacuare gli ospedali”. Ci sono resoconti di un incidente del genere, riferiti da testimoni, ma a causa della precarietà delle condizioni, non sono assolutamente verificabili, per quanto concerne la loro effettiva rilevanza.

I cronisti non hanno idea dell’estensione, che questi incidenti effettivamente hanno, e - talvolta -, dopo il loro iniziale attacco fatto di voci e di allusioni, lo ammettono. È veramente insostenibile ritrarli come rappresentativi, dal momento che ore e ore di notiziari non ci mostrano alcun segno di qualcosa che potrebbe essere definita vera violenza da parte dei civili sopravvissuti.

Nonostante ciò, mercoledì - due giorni dopo che si era abbattuto l’uragano -, invece di porre ai funzionari di governo domande serie su dove fosse il soccorso necessario, i corrispondenti e gli annunciatori hanno ripetutamente richiesto se il governo avrebbe mandato l’esercito per “restaurare l’ordine e la legge”. Quasi fosse un imbeccata, il sindaco e il governatore hanno disposto il ritiro del personale della polizia e della guardia nazionale dalla ricerca e dal soccorso per porre freno ai fuorilegge.

Quando la cronaca su New Orleans ha cominciato a parlare della gente “orribile”, che portava via dai negozi abbandonati oggetti inanimati, i media e lo stato hanno scoperto una mission adeguata e famigliare, far cronaca e esercitare il governo nell’interesse dei ricchi.

Smascherare e perseguire i saccheggiatori al dettaglio, in modo che la cronaca non si occupi dei saccheggiatori all’ingrosso...

Certo, all’inizio, hanno offerto qualche scusa per quelli, che limitavano le loro acquisizioni non monetarie al cibo e all’acqua: anche se un certo numero di cronisti non ha potuto trattenersi dall’abbaiare contro le persone che prendevano vestiti e scarpe, esprimendo a voce alta la propria meraviglia sul fatto che un giovanotto in una zona alluvionata potesse aver bisogno di scarpe e di vestiti puliti.

Ma quando persone, i cui merdosi posti di lavoro a basso salario sono stati letteralmente decimati e le loro case cancellate, hanno intravisto la possibilità di impadronirsi di mercanzia che non potrebbero permettersi neanche nei momenti migliori, come osano pretendere televisori e gioielli?

Facendo ciò, ci informano, questi fomentatori di disordine stanno ostacolando la risposta all’emergenza e stanno mettendo in pericolo decine di migliaia di loro concittadini di New Orleans.

Come si può permettere che l’ingordigia metta a rischio le persone?

(Ora, di nuovo, dov’è quel terzo mancante della Guardia Nazionale della Louisiana, come la maggior parte del suo equipaggiamento pesante? E dov’è finito il denaro, che si supponeva finanziasse l’opera del Genio Militare per la costruzione dei sistemi di difesa contro gli uragani? Sembra che sia stato buttato via dal momento che abbiamo concesso ai membri del Congresso e ai loro amici enormi tagli di tasse e il denaro necessario per le avventure d’oltremare).

Dovrebbe spaventare un po’ la spazzatura, che per quasi tutta la settimana si è spacciata per giornalismo, al fine di soddisfare la nuova dipendenza da copertura di “breaking news” indotta nella nostra società dai media. Ma il fatto che le autorità usino queste cronache aneddotiche come scusa della loro assoluta incapacità di rispondere in maniera appena decente - e per ordinare consapevolmente di rimandare le operazioni di aiuto e soccorso “fino a quando la legge e l’ordine non siano stati ristabiliti” - di fatto valorizza il cattivo giornalismo.

Quello che effettivamente sappiamo, se guardiamo la CNN o altre news, è che decine di migliaia di persone si sono raccolte in assembramenti pacifici (anche se indignati) in posti abbastanza sicuri perché le troupe televisive le riprendessero senza essere toccate, e che neanche una bottiglia d’acqua o un kit di primo soccorso è stato lanciato giù da un elicottero fino a giovedì mattina.

Sulla regione del Golfo i venti hanno smesso di soffiare da lunedì. Perché le operazioni di emergenza sono state così scarse e inefficaci che la gente muore nelle strade di New Orleans per mancanza di soccorso medico essenziale? Perché dare la responsabilità - se non la responsabilità principale - ai “fomentatori di disordini”, quando con tutta evidenza i disordini sono iniziati solo dopo che son passati giorni senza che vi fosse alcun segnale che un soccorso qualsiasi fosse in corso? Per finire: si sente dire che i cecchini non sono in grado di impedire le operazioni omicide in un solo sobborgo irakeno. Come fanno a essere in grado di paralizzare l’operazione di soccorso di un’intera metropoli?

Quando un governo decide consapevolmente di lasciare quelli, che sono senza mezzi per evacuare di fronte a un disastro naturale, a sostenere il peso maggiore degli effetti di un disastro - senza offrire nessun aiuto significativo prima o dopo che l’uragano sia passato -, questo governo è completamente responsabile dell’intera vicenda. Dei danni della bufera, dell’inondazione e, sì, di ogni saccheggio e violenza, che avviene dopo - nella misura in cui tutte queste cose hanno conseguenze sull’esistenza delle persone, che non potevano salvarsi da sole -, dovrebbe ritenersi responsabile il governo. Non solo sul piano finanziario, ma su quello morale.

La responsabilità morale implicherebbe una riconsiderazione delle strutture e della leadership, che ha favorito una situazione di incuria e di abbandono. È doverosa una considerazione completa delle priorità del governo, ivi compresi i motivi razziali e economici su sui si fondano queste priorità.

L’assoluta incapacità delle agenzie ufficiali, a quasi tutti i livelli, è il nucleo essenziale di questa colossale tragedia. Katrina ha dato giorni di preavviso: in realtà era un ultimo preavviso dopo anni di previsioni catastrofiche dei climatologi. Il lago Pontchatrain, le sue dighe e le paludi hanno dato anch’essi anni di preavviso, per non parlare degli ingegneri e di altri ancora che hanno lanciato allarmi, che sono stati di scarsa utilità.

Anche questi misteriosi cecchini, se effettivamente ce n’è qualcuno, sono il prodotto - più che la causa - del fallimento di coloro, il cui principale compito sarebbe la salvaguardia del pubblico. Talvolta i capri espiatori sono moralmente reprensibili, ma quelli che li creano sono peggio ancora.

 

 


 

 


Organizzazione Comunista Internazionalista