COMUNICATO

 

 

 

Martedì 16 dicembre a Roma una ventina di giovani compagni dei centri sociali Acrobax e Strike e dei collettivi studenteschi, mentre distribuivano alla stazione Tiburtina un volantino di solidarietà con la lotta in corso dei lavoratori dei trasporti, sono stati prima aggrediti e identificati dalla polizia e dopo, per cinque di loro, sono scattate anche le manette!

Riteniamo questo fatto gravissimo. Esso è parte della campagna di criminalizzazione e repressione delle lotte dei lavoratori dei trasporti, dagli autoferrotranvieri agli aeroportuali di Fiumicino, e della  generale stretta repressiva che sempre più il padronato e il governo stanno portando avanti contro ogni azione di lotta e di organizzazione dei lavoratori, dei giovani e di tutti gli sfruttati.

Stretta repressiva interna che è l’altra faccia della medaglia della politica di aggressione portata dallo stato italiano contro gli sfruttati e gli oppressi del Sud e dell’Est del mondo. E infatti le aggressioni del “nostro” imperialismo in Iraq, nei Balcani e in ogni dove sono rivolte non solo contro quei popoli, ma anche contro di noi: con la militarizzazione della vita sociale, con la presenza della polizia in ogni luogo, dalle metropolitane alle scuole ai quartieri, con l’inasprimento del controllo repressivo dei lavoratori immigrati, con l’acuirsi delle politiche che peggiorano costantemente la vita di chi vive di lavoro a tutto vantaggio delle classi sfruttatrici e parassitarie.

Ogni atto di repressione dello stato deve essere denunciato tra la massa dei lavoratori e degli sfruttati, che sempre più ne vanno facendo la diretta esperienza quando si organizzano e lottano sui propri bisogni. La lotta contro la repressione non è un terreno di iniziativa a sé stante che riguarda i singoli lavoratori o compagni che ne sono colpiti: essa va estesa all’insieme degli sfruttati e  generalizzata nella denuncia e nella ripresa di iniziativa contro la politica complessiva di padroni e governo.

Come gli oppressi del Sud del mondo resistono e lottano contro l’aggressione del “nostro” imperialismo come unica reale prospettiva di liberazione e di riscatto, così anche qui sarà possibile difendere la piena agibilità politica degli sfruttati contro la repressione riprendendo la mobilitazione generale di massa, unificando le istanze e la lotta di tutti i settori proletari, schierandoci incondizionatamente dalla parte delle masse irachene, palestinesi e di tutto il sud del mondo in lotta,  facendo nostra la difesa militante dei lavoratori immigrati, ai quali si vuole impedire ogni possibilità di organizzazione, ogni contatto fraterno con gli sfruttati di qui, ogni iniziativa politica portata avanti in prima persona.

 

Nessun passo indietro davanti alla repressione dello Stato!

 

Solidarietà a tutti i compagni colpiti!

 

Organizzazione Comunista Internazionalista