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Maria e Hashib: uccisi dalla speculazione edilizia e dal razzismo I giornali parlano di “incidente” e di “disgrazia”. Sono tutte bugie. Maria e il piccolo Hashib sono stati assassinati. Sono stati assassinati dalla speculazione edilizia e da quel sistema che impedisce che a Roma (come e più che in altre città) sia possibile trovare case dignitose a prezzi accessibili. Al di là di ogni ricostruzione dei fatti, i principali responsabili della morte di Maria e di Hashib sono i grandi costruttori, le ditte immobiliari, i palazzinari, le banche, i padroni di case. Sono coloro che tengono in mano il mercato dell’edilizia e che, imponendo affitti sempre più alti, costringono decine di persone a vivere ammassate come bestie in un unico appartamento. Ma altrettanto responsabili sono le leggi e le politiche discriminatorie e razziste contro i lavoratori immigrati che i vari governi italiani hanno portato e stanno portando avanti. I governi ed i capitalisti italiani ed occidentali (cioè quei governi che bombardano, rapinano e distruggono i vostri paesi d’origine) usano il razzismo per ricattare i lavoratori immigrati e per tentare di impedirne l’organizzazione e la lotta in difesa dei propri sacrosanti diritti. Ma la propaganda razzista serve anche per dividere i lavoratori italiani da quelli immigrati. Vogliono metterci gli uni contro gli altri. Vogliono scatenare una guerra tra poveri, per poterci sfruttare tutti meglio e di più. Le cariche della polizia di sabato contro il piccolo presidio di via Buonarroti in solidarietà con Maria ed Hashib sono state un messaggio intimidatorio mandato dal governo Prodi. Agli immigrati si è voluto dire di stare zitti, di subire umiliazioni, oppressione e super-sfruttamento senza protestare e lottare. Ai lavoratori ed ai giovani italiani si è voluto dire di stare lontani dagli immigrati e di prepararsi ad accettare passivamente un futuro che non promette nulla di buono anche per loro. Queste minacce e queste intimidazioni devono essere totalmente respinte con la lotta. Solo con la lotta infatti si potrà sconfiggere il razzismo istituzionale ed extra-istituzionale ed impedire che altre tragedie come quella di Via Buonarroti si ripetano. Bisogna dunque andare avanti sulla strada della mobilitazione e dell’organizzazione per costruire un movimento a scala nazionale che veda uniti insieme i lavoratori immigrati al di là di ogni di ogni “differenza” nazionale e religiosa e che faccia di tutto per riuscire nella difficile, ma indispensabile, azione di stringere legami organizzativi e di mobilitazione con i lavoratori italiani.
14 gennaio 2007 |
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Organizzazione Comunista Internazionalista |
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