Lavoratori / padronato e governo: è tempo di...

Società low cost: cosa ne dicono due estimatori

In un recente libretto (M. Gaggi-E. Narduzzi, La fine del ceto medio e la nascita della società low cost, Einaudi, 2006), insieme ad una cospicua quantità di frottole, abbiamo pescato una descrizione delle caratteristiche di questa "nuova era" della società occidentale, quanto a struttura sociale e di consumi, che è niente male:

"1) l’emersione di una aristocrazia molto patrimonializzata e affluente in grado di assicurare consumi significativi di beni; sono i vincitori alla roulette dell’innovazione capitalistica che ha ripagato con multipli da capogiro la puntata […];

"2) l’affermazione di una élite abbastanza numerosa di tecnocrati della conoscenza con redditi medio-alti e notevole capacità di consumare ciò che viene offerto ormai in grandi volumi dalla industria dei paesi avanzati; i componenti di questa élite […] raramente ascendono all’Olimpo dei miliardari mentre con maggiore facilità possono ritrovarsi nel corso della vita a ‘decadere’ nella massa;

"3) una società massificata di reddito medio-basso ma alla quale l’industria del ‘low cost’ garantisce l’accesso a beni e servizi un tempo riservati ai ceti più affluenti […]. E’ quella che potremmo chiamare ‘Ryanair society’ o ‘società del low cost’;

"4) una classe ‘proletarizzata’ o comunque con scarso potere di acquisto (dagli operai ai pensionati senza redditi integrativi fino agli insegnanti e ai dipendenti pubblici con famiglia a carico al minimo di stipendio) che consumerà beni di prima necessità, sostituirà il trasporto pubblico all’auto e vivrà di servizi essenziali, sempre più schiacciata verso modelli sociali da ‘Terzo Mondo’ emergente."

Capito?