Maria  e Hashib: uccisi dalla speculazione edilizia e dal razzismo

La notte tra il 12 e il 13 gennaio un incendio ha devastato un appartamento del quartiere Esquilino a Roma causando la morte di Mary Begum, una donna bengalese di 37 anni, e di suo figlio Hashib di 10 anni. Nell’appartamento distrutto dal fuoco, la famiglia di Mary (il marito ed il figlio più grande si sono salvati) conviveva forzatamente con altri nove immigrati provenienti dal Bangladesh e con una donna italiana. In quattordici, costretti a vivere stipati come sardine e senza alcuna norma di sicurezza a causa dell’esorbitante caro-affitto: ecco il "contesto" che ha generato la tragedia.

La sera di sabato 13 gennaio un piccolo presidio riunitosi nel rione per esprimere solidarietà a Mary ad Hashib e per denunciare le cause sociali di quanto accaduto è stato caricato dalla polizia. Lunedì 15 le associazioni della comunità bengalese hanno organizzato una manifestazione nel quartiere (uno dei più densamente abitati da immigrati nella capitale) che ha visto la partecipazione di oltre mille persone. A scendere in strada sono stati soprattutto lavoratori provenienti dal Bangladesh, ma al loro fianco anche immigrati di altre nazionalità e semplici abitanti del quartiere. Quello che segue è il testo in due lingue diffuso in piazza dalla nostra organizzazione.

 

I giornali parlano di "incidente" e di "disgrazia". Sono tutte bugie. Maria e il piccolo Hashib sono stati assassinati.  Sono stati assassinati dalla speculazione edilizia e da quel sistema che impedisce che a Roma (come e più che in altre città) sia possibile trovare case dignitose a prezzi accessibili.  

Al di là di ogni ricostruzione dei fatti, i principali responsabili della morte di Maria e di Hashib sono i grandi costruttori, le ditte immobiliari, i palazzinari, le banche, i padroni di case. Sono coloro che tengono in mano il mercato dell’edilizia e che, imponendo affitti sempre più alti, costringono decine di persone a vivere ammassate come bestie in un unico appartamento. 

Ma altrettanto responsabili sono le leggi e le politiche discriminatorie e razziste contro i lavoratori immigrati che i vari governi italiani hanno portato e stanno portando avanti.

I governi ed i capitalisti italiani ed occidentali (cioè quei governi che bombardano, rapinano e distruggono i vostri paesi d’origine) usano il razzismo per ricattare i lavoratori immigrati e per tentare di impedirne l’organizzazione e la lotta in difesa dei propri sacrosanti diritti.

Ma la propaganda razzista serve anche per dividere i lavoratori italiani da quelli immigrati. Vogliono metterci gli uni contro gli altri. Vogliono scatenare una guerra tra poveri, per poterci sfruttare tutti meglio e di più. 

Le cariche della polizia di sabato contro il piccolo presidio di via Buonarroti in solidarietà con Maria ed Hashib sono state un messaggio intimidatorio mandato dal governo Prodi. Agli immigrati si è voluto dire di stare zitti, di subire umiliazioni, oppressione e super-sfruttamento senza protestare e lottare. Ai lavoratori ed ai giovani italiani si è voluto dire di stare lontani dagli immigrati e di prepararsi ad accettare passivamente un futuro che non promette nulla di buono anche per loro.

Queste minacce e queste intimidazioni devono essere totalmente respinte con la lotta. 

Solo con la lotta infatti si potrà sconfiggere il razzismo istituzionale ed extra-istituzionale ed  impedire che altre tragedie come quella di Via Buonarroti si ripetano.  Bisogna dunque andare avanti sulla strada della mobilitazione e dell’organizzazione per costruire un movimento a scala nazionale che veda uniti insieme i lavoratori immigrati al di là di ogni di ogni "differenza" nazionale e religiosa e che faccia di tutto per riuscire nella difficile, ma indispensabile, azione di stringere legami organizzativi e di mobilitazione con i lavoratori italiani.

- Immediato rilascio del permesso di soggiorno per tutti gli inquilini dell’appartamento distrutto dalle fiamme a via Buonarroti

- Permesso di soggiorno per tutti e senza condizioni

- Pieni diritti (casa, lavoro, salute, ecc.) per gli immigrati

- Abolizione totale della Bossi-Fini

- Per l’unità tra lavoratori italiani e immigrati

14 gennaio 2007