Dalla resistenza irachena
"Ai popoli del mondo!"
"Popoli del mondo! Queste parole vi giungono da chi, fin dal giorno dell’invasione, sta combattendo per sopravvivere sotto le sanzioni imposte dai regimi crimali di Usa e Gran Bretagna. Siamo semplicemente gente che ha scelto i princìpi al posto della paura. Abbiamo sofferto i crimini e le sanzioni, che consideriamo le vere armi di distruione di massa." (In coda al testo il link per vedere il video allegato a questo messaggio.)
"Dopo aver visto i crimini di americani ed inglesi, abbiamo scelto il nostro futuro. Il futuro (è) in ogni lotta di resistenza, in ogni storia umana.
"È il nostro dovere, così come è nostro diritto, combattere le forze di occupazione, i cui paesi saranno ritenuti moralmente ed economicamente responsabili per ciò che i loro governanti eletti hanno rubato e distrutto nel nostro paese. (...) Ringraziamo tutti quelli che, anche in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, scendono in strada per protestare contro questa guerra e questa globalizzazione. Ringraziamo anche la Francia, la Germania, e tutti quei paesi che finora hanno sostenuto posizioni più sagge e bilanciate.
"Oggi ci rivolgiamo nuovamente a voi. Non abbiamo bisogno di armi, o combattenti, non ci mancano. Vi chiediamo di formare un fronte mondiale contro la guerra e le sanzioni. Un fronte che sia guidato da saggi e da coloro che conoscono quello che accade. Un fronte che riporti ordine e riforme. Nuove istituzioni che rimpiazzino quelle corrotte. (...)
"Educateli al dubbio sulla vera natura del conflitto, non credete ai loro media, le loro perdite sono molto più alte di quanto dichiarino. Il nostro unico desiderio sarebbe di avere più telecamere per mostrare al mondo la vera dimensione della loro sconfitta.
"Il nemico è in difficoltà.
"Ora teme una resistenza che per lui è imprevedibile ed invisibile. Noi possiamo scegliere dove, come e quando colpire. I nostri antenati portarono le prime scintille della civiltà, noi ridefiniremo il significato della parola ‘conquista’.
"Oggi scriviamo un nuovo capitolo del warfare urbano. Sappiate che aiutando gli iracheni aiuterete voi stessi, visto che il domani vi potrebbe portare le stesse distruzioni. Aiutare gli iracheni non significa firmare qualche contratto con gli statunitensi qua e là.
"Dovete continuare ad isolare gli Stati Uniti. Questo conflitto non è più considerato una guerra locale. Né il mondo può restare ostaggio di una infinita e continuamente rigenerata paura imposta dagli Usa. Li disturberemo in Iraq per esaurire le loro risorse, forza lavoro e volontà di combattere. Gli faremo spendere quanto rubano, se non di più. Disturberemo, e poi fermeremo il flusso del nostro petrolio rubato, fino a rendere inutilizzabili i loro aerei.
"E quanto prima sarà nato il movimento, quanto prima avverrà la loro caduta.
"Ai soldati americani diciamo: «Potete anche scegliere di combattere la tirannia al nostro fianco. Lasciate le vostre armi, e trovate rifugio nelle nostre moschee, chiese e case. Vi proteggeremo, e vi faremo uscire dall'Iraq, così come abbiamo già fatto con alcuni di voi. Tornate alle vostre case e alle vosre famiglie. Questa non è la vostra guerra. E nemmeno state combattendo in Iraq per una vera causa.»
"E a George Bush diciamo: «Ci hai sfidato a continuare, cosi' abbiamo fatto, come non ti saresti mai aspettato. Hai un’altra sfida?»"
13 dicembre 2004
The Iraqi Resistance
Islamic Jihad Army
Il video che accompagnava questo messaggio si può vedere all’indirizzo:
www.informationclearinghouse.info/article7468.htm