Testo disponibile anche in inglese ed in arabo
CONTRO LA CRIMINALE AGGRESSIONE IMPERIALISTA ALLIRAQ!Linaudita violenza con cui limperialismo anglo-americano sta insanguinando lIraq ha lo scopo di colpire e terrorizzare il popolo iracheno e tutte le masse arabo-islamiche con una quantità di missili e bombe che già oggi superano le tonnellate sganciate nella guerra del 91. Il primo e fondamentale obiettivo dellazione di guerra è schiacciare chiunque osi mettere in discussione l"ordine" imperialista, che si fa ogni giorno più pesante a misura che crescono la fame di profitto e le contraddizioni del sistema capitalistico mondiale.
Dalla guerra del Golfo allembargo (che ha prodotto più morti dellazione armata!) questa politica è portata avanti da tutti i paesi occidentali. La presa di distanza europea (Italia in prima fila), Onu e Vaticano è pura ipocrisia. La loro politica di "pace" non è diversa, nella sostanza, per le masse arabo-islamiche significa egualmente fame, miseria e rovina; petrolio a costo zero (90 lire il litro), supersfruttamento delle risorse dellarea. Insomma, un sistema che vede un pugno di stati dominare, sfruttare, impoverire la stragrande maggioranza della popolazione mondiale. Possono esserci dei distinguo rispetto a questi bombardamenti, ma solo per difendere, in competizione con gli Usa, interessi capitalistici nazionali altrettanto sanguinari. Non esiste nessuna politica alternativa dellEuropa o dellItalia che sia a favore e non contro il proletariato e le masse supersfruttate (come invece vorrebbero far credere forze come DS e Rifondazione).
Ma laggressione, armata o "pacifica" che sia, è rivolta anche contro i proletari dOccidente. La guerra del Golfo (e poi gli interventi in Somalia, ex-Jugoslavia, Albania, ecc.( è stata presentata come utile a preservare il nostro "benessere", ma da allora le condizioni di vita e la forza politica del proletariato sono precipitate al punto più basso dalla seconda guerra mondiale, perché ogni rafforzamento del nemico di classe sul fronte "esterno" è un rafforzamento su quello "interno" contro di noi.
Di più. Mentre nel Sud del mondo cresce incontenibile il sacrosanto odio contro i "bianchi opprressori" - in una situazione in cui la guerra non potrà a lungo rimanere circoscritta lì, senza ritornare con costi umani e materiali anche qui (e allora non sarà più una guerra "televisiva")- la mancanza di un segnale di sostegno da qui verso i nostri fratelli di classe rischia di far apparire il proletariato un tuttuno con la borghesia, ugualmente nemico delle masse oppresse.
È dunque nel massimo interesse della nostra classe rompere il clima di indifferenza, quando non di tacito appoggio, verso laggressione imperialista, battersi contro di essa e contro la crociata anti-islamica portata avanti dalla borghesia, rompere la pace sociale interna e dare il nostro sostegno incondizionato (indipendentemente da chi e come ne rappresenti attualmente la direzione) alle masse sfruttate arabe a partire dai proletari immigrati.