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SCHEDA

 

FINCANTIERI

 L'area industriale di Portomarghe­ra conta 15 mila lavoratori a posto fisso e circa 5 mila precari. Ci sono, poi, i lavoratori al nero e quelli re­clutati davanti ai cancelli di varie imprese, col metodo del caporalato. In Fincantieri su 2870 addetti, 1500 sono dipendenti delle ditte subappal­tatrici. Orario medio settimanale di 60 ore, bassissima sindacalizzazio­ne, ambiente di lavoro malsano e nessun rispetto per le più elementari misure di sicurezza. Esistono 85 dit­te capo-commesse con 300 dipen­denti, e ben 190 ditte subappaltatrici con 1200 lavoratori. Per l'80% di questi il contratto è a tempo deter­minato: da trenta giorni a un massi­mo di due mesi rinnovabili. Il con­tratto a termine è una delle tredici possibili tipologie presenti. Gomito a gomito svolgono esattamente le stesse mansioni ben tredici soggetti contrattuali, con tute, salari e diritti completamente diversi. Il salario è calcolato col metodo delle "paghe globali". Il lavoratore deve provve­dere da sé ai contributi pensionistici e all'assistenza sanitaria. Non sono riconosciuti gli assegni familiari, né la malattia, né il riposo settimanale. I145% dei lavoratori assunti al 2° e 3° livello prende, col metodo sudet­to, dalle 6 alle 15 mila lire all'ora!

A causa dei ritmi di lavoro asfis­sianti, gli infortuni aumentano verti­ginosamente. Nel solo mese di mar­zo '97 sono stati denunciati, da alcu­ni lavoratori, 800 ricorsi in inferme­ria di lavoratori dell'impresa e 850 di lavoratori delle ditte subappaltari­ci (La Nuova Venezia 9.4.97). E molti lavoratori in nero neanche ri­corrono all'infermeria, per paura di perdere il posto di lavoro! Nei repar­ti di saldatura, la scarsa ventilazione e la conseguente inalazione di polve­ri chimiche, ha determinato un au­mento dell'incidenza di iperemia at­tiva e di faringopatite.

Queste le condizioni per i lavora­tori, che consentono alla Fincantieri del nord-est di essere il cantiere na­vale più competitivo a livello mon­diale!

  

DE' LONGHI

Nei primi mesi del '97, la De' Longhi (1.400 miliardi di fatturato, 3.000 dip.) ha espresso l'intenzione di trattenere dallo stipendio dei lavo­ratori i minuti trascorsi in bagno, al di fuori delle "pause istituzionali" (7 minuti in mezza giornata!) e senza il permesso del caposquadra.

La locomotiva del nord-est è parti­ta per prima. Circa 150 dipendenti, su 200, dello stabilimento di Migna­gola (Tv), hanno visto comparire sulla busta paga di marzo il codice 1952, ovvero "detrazione per assen­za ingiustifcata".

Alle proteste dei lavoratori la dire­zione ha opposto la necessità di por­re fine all'interruzione dell'attività produttiva causata dalla "richiesta quotidiana da parte della maggioran­za dei lavoratori di recarsi in ba­gno": una, due, tre e quattro volte al giorno! Così d'ora in poi i lavoratori della De' Longhi (e non solo!) oltre che, orologio alla mano, controllare che l'erogazione dei propri bisogni fisiologici rientri nei limiti stabiliti, si vedranno costretti a praticare tec­niche di autocontrollo della quantità di liquidi ingeriti. Infatti si avvicina l'estate, periodo in cui nei reparti in cui si producono condizionatori d'aria, ironia della sorte, si raggiun­gono i 40 gradi e oltre!

G&B di Frassinelle

Dal 18 febbraio scorso 12 delle 17 operaie tessili della G&B di Frassi­nelle, fabbrichetta del Polesine che produce abiti in conto terzi per aziende più grandi, sono entrate in sciopero a oltranza contro l'applica­zione dell'accordo convenuto tra l'ANILF (associazione di piccoli pa­droncini recentemente usciti da Fe­dertessile) e la CISAL (sindacato au­tonomo presente soprattutto nel pub­blico impiego e nei trasporti). Le modifiche introdotte in questo "nuo­vo" contratto di lavoro prevedono: per i nuovi assunti, riduzione secca del salario da 1.200.000 a 800.000 lire al mese; non verranno pagate tutte le soste non produttive; può es­sere imposto di lavorare 52 ore su sei giorni, chi si rifiuta può essere licenziato in tronco; è considerato la­voro straordinario quello eccedente l'orario normale giornaliero e le 48 ore settimanali; il lavoro domenicale viene pagato con una maggiorazione del 3% (in pratica l'aumento è di 180 lire all'ora); il trattamento per malattia è all' 80% del salario, tranne che per i primi 3 giorni (che sono al 60%, se la malattia si prolunga oltre i 20 giorni, altrimenti non si percepi­sce nulla); l'orario di lavoro dei fan­ciulli e degli adolescenti (ragazzi di 14/15 anni) non può durare più di 4 ore e mezza. Qualora le superi deve essere interrotto da un riposo di al­meno mezz'ora; data l'atipicità delle imprese, non è possibile l'individua­zione di normative sindacali di ca­rattere generale.

Con la loro lotta le operaie di Fras­sinelle hanno lanciato un allarme: "Se va avanti così, questo contratto sarà esteso alle altre aziende artigia­ne e poi passerà alle altre categorie".

Verissimo ! Per questo la trincea di Frassinelle è la nostra trincea!

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